Gaio Licinio Calvo, il cui nome originale latino era “Gaius Licinius Calvus”, fu un letterato, poeta e oratore latino, nato a Roma, e vissuto fra l’82 a.C. e il 47 a.C.; scrittore di ben 21 orazioni, nonché scrittore di poesie d’amore e di tipo satirico, simili ai carmi di Catullo, di cui Licinio Calvo era amico, ma anche epilli, elegie ed epitalami.
Licinio fu infine anche famoso come oratore, avversario del celebre Cicerone, che lo considerava in un certo senso “asciutto” e “scheletrico” nel fisico e probabilmente anche nello stile, mentre al contrario Licinio Calvo considerava Cicerone prolisso e artificiale.
Le origini e lo stile di Licinio Calvo
Sappiamo che il padre di Licinio Calvo fu il politico e storico romano Gaio Licinio Macro, ricordato per provvedimenti molto importanti nella Roma repubblicana come l’obbligo di un’età minima per l’accesso alla magistratura, ad esempio permettendo il raggiungimento della carica di pretore solo dopo i 39 anni, nonchè la regola per cui fra una carica e l’altra dovesse essere rispettato un intervallo di pausa di ben due anni; il padre cercò nella sua politica di restaurare la tribunicia potestas.
Accusato di concussione (lex repetundarum) da Cicerone, il padre venne condannato alla prigionia, scontando la quale trovò la morte.
Le opere e lo stile di Licinio Calvo
Licinio Calvo, come si può intuire anche dal peso del nome paterno, non era un uomo povero, tanto che la sua villa nei pressi del Foro romano venne comprata e usata come residenza niente di meno che dal ricco e potente Augusto.
Lo stile dei discorsi di Licinio Calvo richiama l’atticismo; la corrente poetica invece seguiva le correnti neoteriche, essendo ricca di neoteroi.
Possiamo inoltre dire che Licinio Calvo divenne famoso oratore, tanto da partecipare al processo contro Publio Vatinio; infine pare che non fosse amico né di Pompeo né tantomeno di Cesare. Licinio Calvo si sposò con Quintilla, che tuttavia sfortunatamente morì presto, lasciandolo solo, ma a cui il poeta lascerà scritti alcuni dei più bei componimenti d’amore della letteratura latina, di cui purtroppo oggi (almeno sino alla prossima scoperta archeologica), rimangono solamente meno di 24 versi, che costituiscono tutta la produzione rimastaci di questo autore latino.
Oltre ai versi d’amore, Licinio Calvo scriverà anche epigrammi di vario genere, fra cui quelli in cui accusa il suo avversario, Pompeo, di essere omosessuale; è probabile che allo stesso autore spetti anche la paternità di una lunga serie di epitaffi e carmi scritti per ridicolizzare una parte della fetta più importante della società romana dell’epoca, come ad esempio lo stesso Giulio Cesare. La lirica di Licinio Calvo era del tipo alessandrino.
Catullo e Licinio Calvo: storia e caratteristiche del rapporto di amicizia fra i due
Licinio Calvo, forse con addosso il peso della morte del padre, era un oratore avversario di Cicerone, un aspetto condiviso con Catullo, così come è condivisa fra Licinio Calvo e Catullo la rivalità verso Cesare. I due erano probabilmente quasi coetanei, infatti Catullo sarebbe nato intorno all’84 a.C. mentre Gaio Licinio Calvo sarebbe nato due anni dopo al poeta veronese, nell’82 a.C.; nonostante la vita piuttosto breve (morì a 36 anni), Licinio Calvo vivrà alcuni anni in più di Catullo, circa 6.
Catullo potrebbe aver conosciuto Licinio Calvo poco dopo il suo trasferimento a Roma, città in cui giunse fra il 61 a.C. e il 60 a.C.; divenuto amico dell’oratore, insieme al poeta Elvio Cinna i due istituirono una comune unione letteraria, influenzando di volta in volta l’uno con l’altro, il proprio stile e le proprie argomentazioni. Nonostante a prima vista i due fossero piuttosto diversi nel carattere, con un Catullo più viaggiatore e movimentato negli amori e Licinio Calvo coscienzioso, attento, diligente, meticoloso, dedito invece agli studi e al proprio mestiere di oratore (tanto da risentirne fisicamente, pare addirittura che questo suo atteggiamento possa aver contribuito non poco alla sua morte prematura), i due avevano in comune non solo gli avversari politici, ma anche l’aver amato profondamente una donna e averla trasformata in un tema letterario ricorrente. Catullo infatti avrà il cuore spezzato da Lesbia, che dopo averlo avuto con sé deciderà di passare ad altri amanti, intermediando di tanto in tanto una riconciliazione e l’altra col poeta; Licinio Calvo invece scriverà versi d’amore per la sua Quintilla, continuando probabilmente anche dopo la morte di lei.
Entrambi, Catullo e Licinio Calvo, erano poetae novi, dello stesso circolo, e probabilmente avevano modo di interscambiare alcune tematiche.
I temi in comune nella letteratura di Licinio Calvo e Catullo
Così, come in effetti Licinio Calvo scrisse componimenti d’amore per l’amata moglie, ormai morta, Catullo prenderà ugualmente il concetto di eternità nei suoi carmi, come farà ad esempio nel carme 101, dedicato alla morte del fratello; per mezzo della letteratura entrambi trovano un modo per continuare a comunicare i loro affetti ai propri cari, creando un tema letterario comune.
Altro elemento comune fra i due è la scrittura di carmi o satire relativi agli stessi politici; questa comunanza non rimase solo nelle persone ma anche nelle modalità: infatti quando Catullo chiederà il perdono di Cesare (interessante è il fatto che mentre Catullo abbia accusato Cesare di essere omosessuale, Licinio Calvo abbia fatto lo stesso rivolto a Pompeo) per i carmi indirettamente contro di lui o contro suoi uomini di potere, come Mamurra (vedi carmi 29, 43, 94, 105, 114 e 115 del Liber di Catullo), lo stesso si pensa (in un tempo probabilmente simile) farà anche Licinio Calvo.
Licinio Calvo descritto dai carmi di Catullo
Catullo parla di Licinio Calvo direttamente nel carme 53, chiamandolo scherzosamente “salaputium disertum”, ovvero “quel cosetto”; nel carme Catullo “fotografa” l’immagine di Calvo durante l’orazione contro Vatinio, spiegando come il pubblico urlasse e approvasse nell’ascoltare la poderosa ed eloquente orazione di Licinio Calvo contro il politico. Calvo si pensa fosse di statura bassa, anche per la testimonianza del carme 53 di Catullo, e in effetti dall’appellativo riportato da Catullo per Licinio Calvo deriva un insulto italiano oggi poco usato, ovvero “Salpuzio”.
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