Catullo poeta

Testo originale latino del carme 46

Iam ver egelidos refert tepores,
iam caeli furor aequinoctialis
iucundis Zephyri silescit aureis.
Linquantur Phrygii, Catulle, campi
Nicaeaeque ager uber aestuosae:
ad claras Asiae volemus urbes.
Iam mens praetrepidans avet vagari,
iam laeti studio pedes vigescunt.
O dulces comitum valete coetus,
longe quos simul a domo profectos
diversae variae viae reportant.

Traduzione in italiano del carme 46

Già la primavera restituisce la tiepidezza del disgelo,
già il furore del cielo equinoziale
all’amabile soffio di Zefiro diventa silenzioso.
Catullo, lasciamo della Frigia i campi,
e la fertile terra della Nicea rovente:
voliamo verso le brillanti città dell’Asia.
Già l’animo impaziente desidera viaggiare,
già i piedi allegri scalpitano con entusiasmo.
Addio, dolce carovana di amici,
partiti lontano da casa insieme,
per strade diverse faremo ritorno.


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