Introduzione
In questa pagina è presente la traduzione del carme 24 di Catullo, assieme al testo latino, un breve commento e l’analisi riassuntiva.
Testo latino del carme 24 di Catullo
O qui flosculus es Iuuentiorum,
Non horum modo, sed quot aut fuerunt
Aut posthac aliis erunt in annis,
Mallem diuitias Midae dedisses
Isti cui neque seruus est neque arca,
Quam sic te sineres ab illo amari.
“Quid? Non est homo bellus?” inquies. Est.
Sed bello huic neque seruus est neque arca.
Hoc tu quam libet abice eleuaque:
Nec seruum tamen ille habet neque arcam.
Traduzione in italiano del carme 24 di Catullo
O tu, che il fiore giovanile sei dei Giovenzi,
non solamente, di costoro, ma di coloro che sono stati,
o che saranno, dei siffatti, negli anni che verranno;
io felice sarei stato se gli avessi donato le ricchezze di Mida,
lui, che non ha né lo schiavo né il forziere,
invece che lasciarti andare al suo amore.
“Come mai? Non è un bell’uomo?” ti interrogherai. Lo è.
Eppure, questo bell’uomo non ha nessuno schiavo, nessun forziere.
Questo potresti trovare amaro, e lasciar stare quanto tu voglia,
ma lui resterà senza schiavi e senza denari.
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Metro del carme: endecasillabo falecio
Commento al carme 24
Il carme 24 si caratterizza per il confronto fra il nuovo “bello” amante di Giovezio, però spiantato, e l’oro del mitico re Mida.
Anche Catullo probabilmente ebbe un amore omosessuale, con Giovenzio. Nei suoi carmi (la sua figura appare rispettivamente nei carmi 15, 24, 81, 99) Catullo ha pregato Aurelio di non cercare di sedurre Giovezio e ha parlato dei suoi occhi, nel carme 24 Catullo lo rimprovera, perché Giovenzio è colpevole di essersi concesso a un suo servo privo di denaro e quant’altro.