Quando si percepisce una quantità x di denaro, a seguito del conseguimento di un prestito da restituire nel tempo t, è prassi inserire nel contratto di prestito le modalità tramite cui vengono rese le somme prese a prestito, nonché la modalità di corresponsione degli interessi.
Solitamente possiamo distinguere in due modalità di restituzione dell’obbligazione:
- la prima è quella secondo cui gli interessi vengono corrisposti per mezzo di una sola scadenza;
- la seconda è quella di rendita dove troviamo la restituzione posta come frazionata in diverse rate da pagare, pertanto, potremmo dire, un tipo di restituzione frazionata nel tempo.
A questo punto è bene dare la definizione di piano di ammortamento: si tratta del gruppo di direttive descrittive dei tempi di rimborso e degli importi tramite cui si deve restituire un tale capitale, oltre al versamento degli interessi.
Si rende quindi possibile stemperare nel tempo il rimborso del capitale per mezzo di piani di ammortamento di tipo progressivo. Potremmo dire che il piano di ammortamento si presenti come una rendita, tale per cui l’ammortamento venga posto in base a scadenze di tipo arbitrario a rate, a condizione che il piano di ammortamento sia tale per cui l’operazione venga definita come finanziariamente equa.
Quand’è che un piano di ammortamento è detto “equo”?
Si definisce piano di ammortamento equo il piano per cui il valore attuale della rendita al tasso i sia pari al capitale C iniziale preso a prestito.
Nella prossima spiegazione di matematica finanziaria scopriamo quale sia la differenza fra la condizione di chiusura finanziaria iniziale e la condizione di chiusura finanziaria finale in un piano di ammortamento.
Approfondimenti: