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Claude Gillot (1673–1722), Tre gentiluomini e Pierrot (immagine da Wikipedia)

L’improvvisazione era sicuramente uno dei punti focali della commedia dell’arte; eppure la percezione in merito a questo aspetto è spesso interpretato male, come indice di una mancanza di preparazione e di organizzazione: niente di più sbagliato dato che l’improvvisazione nella commedia dell’arte era piuttosto invece parte di un percorso codificato e preordinato.

All’interno dell’improvvisazione nella commedia dell’arte i ruoli rimanevano forma e spazio in diversa maniera, spesso secondo tratti predefiniti.

Gli strumenti usati per l’improvvisazione nella commedia dell’arte

Sostanzialmente gli strumenti adoperati dagli attori per l’organizzazione dell’improvvisazione nella commedia dell’arte sono in tutto 3, di cui era responsabile una sorta di coordinatore della compagnia teatrale (spesso chi si occupava della figura di “pantalone“):

  1. Zibaldone
  2. Canovaccio
  3. Catalogo delle robbe.

Lo zibaldone costituiva una varietà di scenette e situazioni comunemente riprese nella commedia dell’arte, variabile a seconda dell’assortimento tipico della compagnia teatrale; all’interno dello zibaldone erano riportati anche i lazzi, ovvero i gesti e le pose fisicamente da usare nella rappresentazione.

Il canovaccio è una tipologia di testo teatrale dove sono indicati i personaggi e le situazioni ma non vengono rese la battute: sarà poi compito degli attori interpretare le scene provvedendo ad inscenare con l’improvvisazione le battute stesse.

All’interno del catalogo delle robbe venivano raggruppati gli elementi costumistici, nonché gli attrezzi e via dicendo che erano necessari per lo svolgimento della rappresentazione.


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