Catullo carmi

Questa è la descrizione di Sempronia fatta da Sallustio; lei era una nobildonna romana, moglie del console Decimo Giunio Bruto Albino.

Testo in latino originale del ritratto di Sempronia di Sallustio

Sed in eis erat Sempronia, quae multa saepe virilis audaciae facinora commiserat. Haec mulier genere atque forma, praeterea viro liberis satis fortunata fuit; litteris Graecis et Latinis docta, psallere, saltare elegantius quam necesse est probae, multa alia, quae instrumenta luxuriae sunt. Sed ei cariora semper omnia quam decus atque pudicitia fuit; pecuniae an famae minus parceret haud facile discerneres; lubido sic accensa ut saepius peteret viros quam peteretur. Sed ea saepe antehac fidem prodiderat, creditum abiuraverat, caedis conscia fuerat, luxuria atque inopia praeceps abierat. Verum ingenium eius haud absurdum: posse versus facere, iocum movere, sermone uti vel modesto, vel molli, vel procaci; prorsus multae facetiae multusque lepos inerat.

Traduzione in italiano della versione “Il ritratto di Sempronia” di Sallustio:

Dunque tra queste vi era Sempronia, che aveva commesso molte azioni scellerate degne di un uomo audace. Questa donna fu piuttosto fortunata per la nobile origine e per la bellezza, oltre che per il marito e per i figli. Era esperta nelle lettere greche e latine, nel suonare e nel danzare più elegantemente di quanto si addice ad una donna onesta, e in molte altre cose che sono causa di corruzione. Ma a lei erano sempre più care tutte le cose del decoro e della pudicizia; non avresti potuto facilmente capire se avesse più cura del denaro o della fama; la sua sfrenatezza era così accesa che provocava gli uomini più spesso di quanto non fosse provocata. Dunque quella spesso aveva tradito la parola data, aveva negato con spergiuro il credito avuto in prestito, era stata complice di delitti, era precipitata in rovina per il lusso e per il bisogno di denaro. Tuttavia il suo ingegno non era affatto inetto: sapeva comporre versi, suscitare le risate, servirsi di un discorso, ora onesta, ora insinuante, ora provocatoria; insomma vi era in lei molta grazia e umorismo.

Autore latino della versione

Gaio Sallustio Crispo fu uno storico romano del periodo repubblicano, vissuto fra l’86 a.C. e il 34 a.C.; dopo aver concluso il cursus honorum, arrivando ad essee sentare della res pubblica, venne cacciato via dal senato, colpevole di aver “minato” la moralità all’interno dello stesso; dopo aver combattuto al fianco di Cesare durante la guerra civile fra Cesare stesso e Pompeo, venne ricompensato da Cesare con il titolo di pretore e di governatore dell’Africa Nova. A seguito degli avvenimenti avversi, che videro un periodo di governo privo di successi dell’Africa Nova da parte di Sallustio, questi, vista anche la morte di Cesare, decise di ritirarsi dalla scena pubblica e di dedicarsi al lavoro di storico, scrivendo in particolare le “Historiae”, il “De Catilinae coniuratione” e il “Bellum lugurthinum”.


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