“Il canto delle stelle”
Belle stelle, eterne luminose e fiere
ognun che in voi si immerge,
sospira alla volta nera che vi regge.
Infinite galassie e mute fiamme
l’universo protegge
ecco che miro del toro il regno
elegante fiero
brilla nel suo ventre antareres
regina che risplende
tu un di minotauro seminasti terror
all’uomo, quando in cnosso ti sfidò
Teseo, con abil filo, schivo, il tuo morso.
Sette sorelle, il toro serba
Elettra, Alcione, Merope, innamorata
d’un mortale che si diparte, fu perduta.
svavillanti mirate il sol da lungi
mostrate il viso nel crepuscolo
che addolcia, alla mietitura, date opera se il contadin
vi prega e mira.
Sussurra di lontano il capricorno
il bel dio cornuto, al galoppo,
nei prati d’Arcadia che il giorno
rallegra va con siringa e armonia
generi aldebaran che rifulge,
e s’introna a a tua torcia
dal tuo seme venne croto, antico
satiro che ora tra le stelle
s’immolato a sagittario.
Rischiara il nord dal cielo azzurro la polare stella che nell’orsa minora
alberga.
Come fu inganno a Callisto
il fatal incontro,
che in orsa si muta
ma arcas che in rabbia preso già
la vita della madre voleva
fatte stelle minore e maggior
in cielo.
Deh per il mal fato sempre in tondo
andate per il pungolo di Teti, in continua
volta non restate il piede
vengono poi Marte dal rosso viso
misterioso senza paradiso
segue venere dell’amor
segno e foco
Nettun che si gela,
non ha lampa che lo sveglia
regna i pianeti
Juppiter immenso
solo anima,
non oppresso dal suo peso
al sol tutte si volgono
la stella più bella
che il sistema tiene
nella notte il latte di era ad Eracle
risplende tra le Galassie, come
fiume d’or.
L’incanto della sera e si breve
inver l’infinito non teme il voler
del tempo
solo noi umili frammenti di paglia
al vento
Ci perdiamo con la mente
tra le fiamme, chiare, pure,
l’immensa grazia.
Autore della poesia: Corrado Cioci