Introduzione
In questa pagina puoi leggere il testo latino del carme 69 di Catullo e la traduzione: nel carme il poeta si rivolge a Rufo (probabilmente Marco Celio Rufo, uno degli amanti di Clodia), prendendolo in giro scherzosamente per il suo fetore.
Testo latino carme 69 di Catullo
Noli admirari, quare tibi femina nulla,
Rufe, uelit tenerum supposuisse femur,
non si illam rarae labefa
ctes munere uestis
aut perluciduli deliciis lapidis.
laedit te quaedam mala fabula, qua tibi fertur
ualle sub alarum trux habitare caper.
hunc metuunt omnes; neque mirum: nam mala ualde est
bestia, nec quicum bella puella cubet.
quare aut crudelem nasorum interfice pestem,
aut admirari desine cur fugiunt.
Traduzione in italiano carme 69 di Catullo
Non essere sorpreso se nessuna donna, o Rufo,
desidera concederti il suo soffice corpo,
neanche tentandola col dono prezioso
di una veste o con la magia di un gioiello.
Hai una fama triste: sotto le tue ascelle
sembra viva un orrido caprone.
Questo è il dubbio. Certo: è una bestiaccia
e le belle donne con lei non dormono.
Scaccia via il tormento di questo tanfo
o non essere sorpreso se quelle ti fuggono.
Chi era il “Rufo” a cui si riferisce Catullo nel carme 69?
Catullo si riferisce probabilmente a Marco Celio Rufo, uno degli amanti di Clodia (e quindi di Lesbia), a cui ha farà riferimento anche nel carme 77.
Marco Celio Rufo (Interamnia Praetuttiorum, 82 a.C. – Thurii, 48 a.C.) è stato un politico e oratore romano.
Commento libero al carme
Il povero Rufo, nonostante tutti i suoi sforzi non riesce ad avere così tanto successo in amore, e Catullo ha pure il divertimento di prenderlo amichevolmente in giro, invitandolo a curare più la sua igene personale.