Cielo e alberi

Nella versione, Cicerone si rivolge a Publio Scipione, cercando di convincerlo ad abbandonare la difesa di un’altra persona, facendo appello “all’onore” che meritano i suoi antenati.

Testo originale in latino

Testo latino della versione “Appello al giovane Publio Scipione”, avente come autore Cicerone:

Te nunc, P. Scipio, te, inquam, lectissimum ornatissimumque adulescentem, appello; abs te officium tuum debitum generi et nomini requiro et flagito. Cur pro isto, qui laudem honoremque familiae vestrae depeculatus est, pugnas? Cur eum defensum esse vis? Cur ego tuas partes suscipio? Cur tuum munus sustineo? Cur M. Tullius P. Africani monumenta requirit, P. Scipio eum qui illa sustulit defendit? Quisnam, per deos immortales, tuebitur P. Scipionis memoriam mortui, quis monumenta atque indicia virtutis, si tu ea relinques ac deseres, nec solum spoliata illa patieris sed etiam eorum spoliatorem vexatoremque defendis?

Traduzione

Ecco la traduzione in italiano della versione “Appello al giovane Publio Scipione”:

Ora mi rivolgo a te, Publio Scipione, sollecito proprio te, giovane assai distinto e colto; chiedo la tua lealtà verso la stirpe ed esigo la riconoscenza verso il tuo nome. Perchè lotti a difesa di codesto, che derubò la lode e l’onore della vostra famiglia? Perchè vuoi che sia difeso? Perchè io prendo le tue parti? Perchè sostengo il tuo impegno? Perchè Marco Tullio rimpiange le opere di Publio Africano, (invece) Publio Scipione difende colui che le ha distrutte? Chi mai, per gli dei immortali, proteggerà il ricordo di Publio Scipione da morto, chi le memorie e i segni della virtù, se proprio tu li lascerai e li abbandonerai, e non solo sopporti quelli saccheggiati, ma difendi anche il suo saccheggiatore e persecutore?


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