Albero al tramonto a Cagliari

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Riassunto del capitolo 21 dei Promessi sposi:

Vi è un dialogo tra l’Innominato e Nibbio. E’ un dialogo breve che gioca intorno al termine compassione. Abbiamo una persona che ha scelto il male perchè vuole e dall’altra parte abbiamo un sottoposto che è abituato a fare il male senza neanche chiedersi il perchè lo faccia, ma improvvisamente gli fa un discorso che all’Innominato non torna.
Alfieri dice sul godimento del male: prima c’è il piacere del male, e poi lo spettacolo del male, spesso non si fa morire perchè una volta morto non si ha più il godimento del male. Qui invece il discorso si capovolge: c’è la compassione. Il soggetto dentro di se si commuove e patisce con la persona presa. Il Nibbio è una persona incolta e rozza e quindi non può avere coscienza di questo, e l’Innominato gli chiede cos’è, perchè lui non prova compassione, ed essendo una persona colta capisce la differenza tra i due piani. La compassione è descritta da Nibbio come la paura: di fronte a qualcosa che muove la tua interiorità tu non sei più uomo e ti devi allontanare altrimenti non puoi più fare il male. Come si ottiene la compassione? Oltre al pregare e al piangere che è un rituale tipico di chi è indifeso, ci sono ‘certe parole’→ hanno una forza che il resto delle cose non possono avere. Le parole vengono ascoltate e se sono di un certo livello possono incidere sulla coscienza anche di chi è abituato a fare il male. Il tema delle parole è molto importante. Nibbio sente il bisogno di parlarne perchè se avesse dovuto darle un colpo lui non avrebbe sentito le parole, qualcosa che non vuole sentire perchè scuote il destino a cui egli si è abituato.

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