Sándor Márai fu uno dei più importanti poeti, scrittori e drammaturghi ungheresi del XX secolo; con la nuova edizione del suo romanzo “Le braci”, nel 1998 ha vissuto un rinascimento molto rispettato nel mondo di lingua tedesca. Tra l’altro, Márai aveva radici tedesche e in un primo momento ha scritto in tedesco, dal 1928 però ha pubblicato solo in ungherese. Márai ha condotto dopo la sua emigrazione dall’Ungheria una vita “in viaggio” che si è conclusa con solitudine e depressione. Sándor Márai è il fratello maggiore del regista Géza von Radványi.
Marai è uno scrittore ungherese nato nel 1900 vissuto in Francia, in Italia (che adorava) e morto suicida ad 89 anni negli Stati Uniti. Si è fatto le due guerre, l’occupazione russa e l’esilio. Per conoscerlo meglio è da leggere anche “confessioni di un borghese”; fu sicuramente un autore poco tradotto perché ostacolato dal regime.
Per iniziare a leggere qualcosa di Marai come autrice il consiglio è partire da “Liberazione” (narra i 24 giorni di assedio che visse Budapest da parte dei nazisti in attesa della liberazione sovietica, oppure “La Donna Giusta” (storia di un classico triangolo amoroso. Lui lei è l’altra raccontato in prima persona dai tre protagonisti. La storia è “trita e ritrita” ma lui ha un modo di raccontare le varie versioni che incanta).
Oppure, sempre di Marai, è un buon libro da leggere “La Recita di Bolzano”, dove Casanova è alle prese con una sua ex fiamma. Tutto si svolge in una notte. Un dialogo infinito.
“Le Braci” invece è un romanzo introspettivo che fa sognare e riflettere, molti infatti sono gli spunti di riflessione che il libro pone al lettore.