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Joseph Schumpeter (Třešť, 8 febbraio 1883 – Taconic, 8 gennaio 1950) è stato un economista austriaco, noto per la sua analisi della crisi del 1929.

Osservando infatti le curve legate alla depressione del 29′ si accorse che queste si potevano ricondurre a quattro singole fasi:

  1. Fase di crescita
  2. Fase di recessione
  3. Fase di depressione
  4. Fase di rialzo

Andando ad analizzare le peculiarità del periodo notò il ciclico procedere dell’economia di sviluppo capitalistica, arrivando a teorizzare la necessità delle fluttuazioni stesse per poter procedere allo strappo dell’equilibrio statico del mondo economico.

Schumpeter parla quindi della capacità degli imprenditori innovatori di utilizzare le innovazioni tecnologiche, arrivando a spiegare in questo modo le fasi espansive e le fasi recessive.

Tali innovazioni infatti non vengono introdotte in maniera costante quanto piuttosto si tendono a concentrare in singoli periodi di tempo espansivi, periodi ai quali di conseguenza tendono a svilupparsi al seguito periodi recessivi. Alla fine si avrà un nuovo equilibrio, comprendente la nuova variabile dell’innovazione tecnologica.

Al progresso segue una fase caratterizzata dalla chiusura di molte imprese a causa della selezione imposta dall’innovazione, e all’espansione e consolidamento di altre. Sebbene si abbia una certa concordanza con Marx per quanto riguarda la teoria ciclica dell’economia Schumpeter rifiuta la possibile crisi non reversibile del capitalismo e non condivide la teoria delle sovrastrutture di Marx.

Schumpeter reputa il capitalismo la causa stessa dell’evitamento del declino; ritiene che le riforme sociali vadano attuate gradualmente per mezzo dei procedimenti parlamentari e condanna ogni forma di velocizzazione per mezzo di rivoluzione.


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