Esempio private label in Italia
Immagine da Pixabay

Introduzione

Le private label sono ormai frequenti in Italia, e ampiamente diffuse: in questo articolo approfondiremo le caratteristiche delle white label in Italia, osservando non solo la diffusione e le motivazioni che hanno portato questa tipologia di marca ad avere successo nel mercato italiano, ma anche provvedendo a fornire degli esempi di white label in Italia, specificando anche alcune peculiarità delle white label italiane di abbigliamento, cosmetici, vino e altri settori.

Che cos’è una “private label”?

Prima di spiegare la situazione delle private label in Italia è bene darne una definizione.

Le “private label” sono marche relative a quei prodotti o servizi che vengano prodotti da società terze, ma che siano commercializzati con il marchio della società che vende effettivamente il servizio o il prodotto.

In altre parole, una private label è un prodotto o un servizio in cui venga posto un marchio di vendita differente da quello che ha effettivamente realizzato il prodotto o il servizio.

Qual è la quota di mercato delle private label in Italia?

Si tratta di una cifra in continua evoluzione, ma possiamo dire che le tendenze attuali stimino una quota di mercato per le private label in Italia che vada probabilmente intorno, se non oltre, il 20% dell’intero mercato. Possiamo dire, insomma, che oggi la private label sia una realtà di grande successo nel contesto italiano, con relazioni frequenti che parlano di una grande diffusione di queste specialmente per quanto riguarda il contesto della grande distribuzione.

Come scegliere una private label in Italia?

Varie aziende hanno scelto di tenere aggiornati i propri prodotti di private label tramite lo sviluppo di un ufficio di ricerca e sviluppo in esterno, riuscendo così a usufruire dell’esperienza e della formazione consoni ad un intermediario di alto livello.

In Italia le realtà che si occupano di sviluppo prodotto in private label non sono molto numerose.

Uno dei nomi più dinamici è sicuramente “Start Hub Rebelchange”, che si distingue per la particolarità del metodo Start Hub.

Esempi di private label in Italia

Quali sono le aziende che fanno private label in Italia? L’Italia presenta varie eccellenze produttive e la richiesta di prodotti o servizi da fornire in ottica di private label è una parte importante del settore industriale italiano: vediamo qui di seguito alcuni esempi di private label in Italia, con una minima focalizzazione relativa ai settori specifici più richiesti.

Le private label di abbigliamento in Italia

Le private label in Italia sono spesso concentrate nel settore dell’abbigliamento: questo fatto è dovuto alla grande cura che i produttori in Italia hanno sempre fornito, meritandosi di produrre i vestiti di prestigiose case di moda internazionali, spesso di lusso, garantendo in molti casi un’impeccabile qualità della produzione.

Il vantaggio per le marche di abbigliamento che adoperino le private label in Italia consiste specialmente nella produzione di pregio ottenibile passando per le aziende italiane, che allontana il rischio di dover disperdere energie preziose, che in ottica di maggiore ROI sarebbe più auspicabile dedicare alla cura del brand e alla sua promozione, alle attività di produzione.

Le private label di cosmetici in Italia

Le private label in Italia che si occupino di cosmetici sono un’altra tipologia di azienda che ha visto un notevole successo all’interno del contesto italiano: riassumendo si tratta di aziende specializzate nella cosmetica che si occupino di fornire assistenza ai brand nella produzione di prodotti di cosmetica (creme, prodotti per il corpo, prodotti per l’igiene, prodotti per i capelli e così via dicendo), spesso garantendo eventualmente non solo piccoli lotti ma anche servizi che non prevedano la mera produzione del prodotto o una blanda personalizzazione, ma anche attività di primaria importanza come il packaging, o servizi di consulenza finalizzati all’affiancamento del brand.

Anche in questo caso, la possibilità di rivolgersi alle aziende italiane di private label nel settore della cosmetica aiuterebbe a offrire numerosi vantaggi, fra cui l’opportunità di concentrare risorse ingenti nelle attività di sviluppo e promozione del brand, godendo ugualmente dell’esperienza di produzione delle aziende che sono nel settore da lungo tempo, ottenendo prodotti di qualità sacrificando margini che, tutto sommato, spesso si trovano a essere abbastanza ristretti e accettabili.

Le private label per parrucchieri in Italia

Le private label per parrucchieri permettono di rifornire i brand di prodotti studiati in ambito capelli e skin care, spesso di tipo esclusivo, mantenendo comunque alti standard qualitativi dovuti all’esperienza di lungo termine delle fabbriche e dei produttori private label.

Il tutto ovviamente permettendo ai parrucchieri di inserire il proprio marchio nei prodotti, creando così una propria linea di prodotti personalizzati.

Il vantaggio nell’utilizzare private label per i parrucchieri italiani è la possibilità di usufruire di un’ampia scelta di prodotti, adatta alle differenti specifiche clientele, affidando a terzi la produzione dei prodotti veri e propri, potendosi così concentrare sul brand e sulla loro attività, mantenendo o migliorando il proprio posizionamento sul mercato.

Le private label del vino in Italia

Uno dei settori preferiti dagli italiani, il settore del vino, ha visto un grande successo nell’ambito delle private label.

Generalmente le private label del settore vinicolo italiano riescono a rispondere a un’esigenza che caratterizza più che altro il mercato estero rispetto a quello italiano, dove ancora il vino venduto in private label convince poco.

L’acquisto di vino all’estero infatti è spesso operato nell’ambito di private label, specialmente per quanto riguarda il mercato inglese, caratterizzando un trend.

Oltre alla domanda proveniente dal mercato estero, il vino in private label può essere una soluzione adatta anche a brand nazionali che vogliano far uscire edizioni limitate di vini, inserendo il proprio brand nelle bottiglie pur non occupandosi della produzione del vino.

Le private label del vino italiane sono in grado di soddisfare sia la produzione di media qualità che quella di altissima qualità, probabilmente a causa della diffusa tradizione e conoscenza del territorio legata al vino, che determina produzioni di buona fattura.

Servizi e personalizzazioni aggiuntive fornite da queste aziende italiane sono, per esempio, la possibilità di scegliere la tipologia di tappo per la chiusura da usare per la propria bottiglia di vino, il tipo di vino naturalmente, la tipologia di bottiglia e i suoi vari attributi di packaging come il colore, eventuali capsule, caratteristiche delle etichette.

Chiaramente oltre alla classica bottiglia di vino, buona parte delle private label di vino italiane permettono possibili altri confezionamenti, così come la possibilità di scegliere fra varie produzioni, ottenendo comunque tutti i dettagli necessari alla descrizione e alla storytelling del prodotto.

Le private label per la grande distribuzione in Italia

Un altro settore dove le private label sono frequenti è il mercato italiano della grande distribuzione e della distribuzione organizzata: si pensi infatti a supermercati e grandi magazzini, dove i prodotti con marchio del supermercato sono ormai tra i più frequenti.

Solitamente parliamo quindi di prodotti alimentari, che riescono mediante l’utilizzo di private label a essere un’alternativa più economica di altri marchi, spesso anche pregiati, pur non rinunciando alla qualità, ma anche di altri prodotti di uso comune: è il caso delle private label “primi prezzi” e “premium”.

Utilizzando le private label il distributore riesce a fornire prodotti in linea con le attese dei propri clienti, nonché rafforzare l’immagine del proprio brand quando i propri prodotti incontrino perfettamente le aspettative, ed eventualmente anche a garantirsi un margine di profitto più alto.

Le private label per occhiali in Italia

Il settore dell’oculistica italiano è caratterizzato dalla presenza di importanti marchi che operano nella vendita di prodotti oculistici di alta qualità privi di marchio a cui viene successivamente posto in seguito un brand.

Cercando di essere brevi, il processo di acquisto di occhiali in private label si caratterizza per cominciare mediante una selezione dei materiali per occhiali (ad esempio per le montature è possibile scegliere spesso fra plastica, acetato, poliammide, policarbonato, metalli, legno, corno, fibra di carbonio, resina epossidica, e altri materiali), per proseguire con la scelta del design da applicare agli occhiali, con la realizzazione di un prodotto di prova da inviare all’azienda che desidera la fabbricazione degli occhiali in private label, con l’approvazione da parte dell’azienda cliente del prototipo ricevuto e infine con la produzione in serie del modello di occhiali.

La scelta di realizzare una linea di occhiali mediante la fabbricazione in private label italiane permette da un lato di concentrare gli sforzi aziendali sul marketing e sull’assistenza clienti, dall’altro di ricevere prodotti di altissima qualità, realizzati dalle migliori esperienze italiane, e ridurre allo stesso tempo i costi legati alla fabbricazione e allo stoccaggio dei materiali.

Usufruendo dell’esperienza delle private label per occhiali italiane è poi possibile ridurre tutta quella serie di errori comuni nello sviluppo prodotto che normalmente potrebbero essere effettuati da nuovi produttori appena entrati nel mercato, e carenti di quell’esperienza che invece caratterizza produttori “secolari” italiani, con il vantaggio di usufruire immediatamente delle conoscenze legate a questo tipo di know-how.

Private label in Italia: come iniziare?

Per capire come iniziare una private label in Italia, prima ancora di scegliere l’azienda che ti fornirà il prodotto, dovrai fare degli studi di mercato e comprendere quale sia la nicchia che vorrai occupare con i tuoi prodotti: quando si inizia un business infatti è importante realizzare un report preliminare, il più approfondito possibile, per analizzare le potenzialità dell’investimento ed evitare classici errori che potresti commettere a causa della fretta o dell’inesperienza; ricordiamoci infatti che gli errori iniziali commessi nelle fasi iniziali di un investimento sono sempre i più difficili da correggere, o quelli che comunque richiedono maggiori sforzi per essere risolti.

In concreto, quindi, come si inizia una private label in Italia?

  1. Analizza il mercato.
  2. Scopri una nicchia di mercato in cui posizionarti.
  3. Valuta la redditività della nicchia selezionata: qual è la domanda e quali sono le possibilità di rientrare nei costi di investimento?
  4. Analizza la concorrenza che opera nella nicchia che hai scelto: qual è la sua entità? Per recuperare i dati potresti affidarti alle ricerche via internet e alle indagini tramite big data online.
  5. Valuta le fasi del business che intendi avviare: ci sono degli intoppi, almeno riscontrabili direttamente dal report preliminare, a cui potresti dover far fronte?
  6. Valuta le autorizzazioni legali riguardanti il prodotto che hai scelto, le norme relative alla tua nicchia di mercato e la regolamentazione giuridica delle private label in Italia.
  7. Studia i marchi concorrenti, analizza e definisci i dettagli del tuo brand: qual è la tua proposta di valore? Quali sono gli elementi differenzianti che caratterizzeranno il tuo marchio rispetto alla concorrenza? Perché un cliente dovrebbe scegliere di acquistare il tuo brand?
  8. Studia le rete distributiva e scopri le possibilità di vendita del tuo prodotto: potresti ad esempio valutare la possibilità di aprire un negozio ecommerce online, oppure di entrare a far parte di portali “più grossi” di vendita, come quelli che operano in ambito internazionale online.
  9. Inizia a interagire con i tuoi potenziali clienti e raccogliere dati sui loro desideri e sulle loro esigenze: dopotutto sono loro a scegliere quale prodotto comprare, e raccogliere feedback di qualità o attuare focus group con aziende specializzate potrebbe rivelarsi una mossa vincente, a posteriori.
  10. Non devi per forza iniziare a vendere per raccogliere potenziali clienti: prima di vendere il tuo prodotto o iniziare la produzione, potresti iniziare a raccogliere una nicchia di potenziali clienti per la tua white label, utilizzando ad esempio le strumentazioni offerte dal marketing online come newsletter e raccolte in CRM.
  11. Valuta le cifre, confrontando potenziali clienti e scenari avversi: sei pronto per avviare la tua private label? Se la valutazione è positiva inizia l’attività, operando con le dovute mosse di business.

Conclusioni

Le aziende, in Italia come all’estero, scelgono spesso di utilizzare fabbriche italiane che operino in “private label” per i loro prodotti, a causa di una quantità elevata di possibili benefici, fra cui, ovviamente, quella di avere un prodotto di qualità con il proprio marchio sopra da vendere, pur non avendo svolto attivamente una partecipazione nell’attività di realizzazione vera e propria del prodotto in sé, che viene infatti realizzato da un’azienda terza, la quale poi apporrà il marchio del venditore.

Un vantaggio possibile per i rivenditori è quello di ottenere un maggiore profitto, mentre uno svantaggio è quello di faticare a distinguersi rispetto alla concorrenza: il consumatore infatti potrebbe pensare che il prodotto sia sempre lo stesso, a prescindere dalla marca, e questo aspetto potrebbe portare i distributori a competere utilizzando metodologie simili fra loro, con promozioni e offerte di valore sempre meno differenzianti.

Per questo motivo anche la transizione alla distribuzione di un prodotto in private label richiede una notevole attenzione da parte del distributore, e l’appoggio a una catena consulenziale (ad esempio quella di Rebelchange.it) che possa prevenire gli errori più frequenti nell’approccio alla private label in Italia.


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