Bandiera Ue

Al fine di discutere delle problematiche dell’immigrazione, si è tenuto a La Valletta l’11 e il 12 novembre 2015 un vertice tra i 28 paesi UE, 35 paesi africani, i rappresentanti dell’Unione Africana, dell’ECOWAS e dell’ONU. Tale vertice è stato voluto fortemente dalla Ue e accettato con molte diffidenze da alcune controparti africane le quali temevano che gli europei avrebbero fatto pesare la loro forza economica. Tale vertice è stato preparato da tutta una serie di incontri tra alti funzionari in cui, in mezzo a molte resistenze, sono state delineate le linee generali degli argomenti da discutere1.

A dimostrazione del ruolo preminente della Ue nella convocazione del vertice, basti pensare che la sua ideazione è avvenuta nel corso del Consiglio europeo straordinario del 23 aprile 2015. Nel Consiglio europeo del 25 e 26 giugno del medesimo anno è stata sottolineata l’importanza dell’imminente vertice nella capitale maltese, ciò al fine di stabilire un solido partenariato in materia di immigrazione con i paesi africani, vale a dire gli Stati da cui proviene il maggior numero di immigrati diretto in Europa2.

Nella determinazione degli argomenti da discutere nel vertice di La Valletta, vi è stata una delimitazione ad attività già in corso da parte della Ue, quest’ultima intende perfezionare le azioni già intraprese3.

Sono 5 i punti che la Ue vuole sottoporre all’attenzione dei paesi africani e, conseguentemente, instaurare una collaborazione in merito.

Il primo di tali punti riguarda la collaborazione dei paesi di partenza dei migranti nell’identificazione e nel rimpatrio dei propri concittadini arrivati illegalmente nella Ue, ciò anche con la presenza in quest’ultima di funzionari dei paesi di emigrazione.

Il secondo si incentra sull’aumento dei permessi di ingresso nella Ue per motivi di lavoro, studio o ricerca. Ciò, in particolare, rivedendo la Direttiva sulla “Carta blu”, vale a dire la disciplina sull’arrivo di lavoratori altamente qualificati.

Il punto successivo viene costituito dall’obbiettivo di migliorare la protezione degli immigrati e dei richiedenti asilo. Per quest’ultimi la Ue vorrebbe creare un sistema unico, ciò al fine di superare le divergenze tra paesi membri che ci sono state in passato.

Il quarto punto intende ostacolare con missioni militari il traffico dei migranti ma, contemporaneamente, vorrebbe poter contare sulla collaborazione dei paesi africani.

Infine, ma non certo in ordine di importanza, vi è l’obbiettivo di eliminare le cause dell’immigrazione, questo favorendo lo sviluppo economico e sociale dei paesi di emigrazione.

Già alla vigilia del vertice, le associazioni che si occupano dei diritti dei migranti hanno espresso le loro critiche al programma e accusato la UE di voler erogare fondi a paesi poveri solo per facilitare le espulsioni dei migranti irregolari4.

Il punto di vista dei paesi europei e dei paesi africani, come si è visto nel vertice, risulta essere nettamente divergente. I primi vedono nel fenomeno dell’immigrazione illegale un costo economico da sostenere, con l’aggiunta di problemi connessi alla stabilità delle frontiere e alla sicurezza interna. I secondi, all’opposto, vedono tale fenomeno positivamente, difatti costituisce per loro un alleggerimento della fortissima pressione demografica e, contemporaneamente, un beneficio di carattere economico legato alle rimesse dei migranti a beneficio dei loro familiari rimasti in patria5.

Nell’ambito di un vertice segnato da molte difficoltà, sono stati ottenuti dei risultati indubbiamente positivi per quanto riguarda accordi conclusi in tale sede con singoli paesi africani e frutto di un dialogo bilaterale tra quest’ultimi e la Ue.

Va ricordata il particolare l’intesa raggiunta con l’Etiopia, da cui ne è derivata l’Agenda comune su migrazione e mobilità. Come ha sottolineato il Presidente della Commissione europea Junker, l’Etiopia ospita il maggior numero di rifugiati in tutta l’Africa, circa 733.000, oltre ad essere un’importante punto di partenza e di transito dell’immigrazione irregolare diretta verso l’Europa. In base a tali dati di fatto, secondo lo stesso Junker, tale paese africano merita l’aiuto della Ue.

Tale sostegno è stato definito nelle sue linee generali in colloqui antecedenti al vertice e intercorrenti tra alti funzionari etiopi e il Commissario Ue all’immigrazione Avramopulos. Anche l’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza Mogherini, ha avuto un ruolo importante, ciò firmando intese in tale ambito con il Primo ministro etiope Dessalegn, ciò nel corso di una visita della Mogherini ad Adis Abeba poche settimane prima che cominciasse il vertice a Malta.

In tali incontri si è stabilito che le istituzioni di Bruxelles sosterranno economicamente l’Etiopia nel gestire il problema dei rifugiati, di coloro che hanno bisogno di protezione internazionale e nella lotta alla tratta di esseri umani. La Ue si è anche ripromessa di supportare l’Etiopia nel suo programma di sviluppo, ciò al fine di eliminare le cause delle migrazioni alla radice. In futuro le modalità di attuazione dell’Agenda saranno determinate da incontri annuali tra rappresentanti di Bruxelles e rappresentati etiopi.

Un analoga Agenda, anche se di importanza minore, è stata stipulata dalla Ue, sempre nel vertice di La Valletta, anche con la Nigeria. In tale sede le istituzioni di Bruxelles hanno anche concluso Partenariati per la mobilità, che si traducono in facilitazioni nella concessione dei visti, con Marocco, Tunisia e Capo Verde. Va sottolineato che quest’ultimo tipo di intese non si applica a tutti i paesi ma solo a quelli vicini6.

Tale importane incontro ha previsto una Dichiarazione Politica composta da 15 punti. quest’ultima dovrebbe fungere da guida per l’attuazione delle decisioni prese nel vertice ma, più a lungo termine, di tutte quelle che saranno le politiche in materia di immigrazione da parte dei paesi europei ed africani sottoscrittori.

Il suo contenuto si apre con l’esprimere profonda preoccupazione per il fenomeno migratorio, ovviamente inteso nei suoi aspetti più tragici. I paesi sottoscrittori si assumono l’impegno ad un’azione concreta che cerchi di rispettare la solidarietà, la responsabilità, il rispetto dei diritti umani e che cerchi di tener conto dell’interdipendenza in tale materia tra Europa ed Africa. Tanto nei paesi di partenza, di transito e di arrivo, si deve cercare di favorire, ai fini della risoluzione del problema migratorio, lo sviluppo di un’economia sostenibile, rispettosa dell’ambiente e dei diritti umani. Il tutto tenendo conto dei molteplici profili che riguardano il fenomeno migratorio e su cui bisogna agire, basti pensare all’istruzione o alla sanità, solo per citarne alcuni.

Nella medesima Dichiarazione viene attribuito un ruolo centrale alla lotta all’immigrazione irregolare e a chi l’organizza, al contrario si cercano di creare i presupposti per lo sviluppo di quella regolare. I soggetti più deboli del processo migratorio si intendono tutelare, ciò attraverso strumenti internazionali e regionali. Per quest’ultimi vengono citati espressamente il Processo di Rabat, inerente l’Africa occidentale, ma anche il Processo di Khartoum, incentrato sull’Africa orientale.

La parte terminale finale della Dichiarazione viene riservata all’utilizzo futuro dei fondi in tale materia. Quest’ultimo deve tener conto delle prospettive di genere ma, altresì, deve differenziarsi a seconda delle specifiche esigenze dei singoli paesi e delle singole regioni. Al fine di attuare gli anzidetti principi si crea un Fondo Fiduciario per l’Africa e un Piano d’azione7.

Quest’ultimo è stato elaborato nel corso del vertice e si articola in cinque punti.

  • Il primo riguarda lo sradicamento della povertà dai paesi di partenza, ciò cooperando con le autorità locali o, comunque, favorendo la collaborazione tra queste. Si intende perseguire tale obbiettivo anche massimizzando gli effetti benefici dell’immigrazione, tramite una facilitazione delle rimesse dei migranti e aiutandoli in un loro eventuale impegno nelle zone d’origine. In tale primo punto, diretto a migliorare il benessere dei paesi d’emigrazione, viene fatta rientrare anche la prevenzione dei conflitti armati, la lotta al terrorismo e il controllo delle frontiere.
  • Il secondo punto del Piano d’azione è diretto a favorire la migrazione e la mobilità legale. Questo favorendo l’ingresso di persone con specifiche competenze che, dopo un’analisi preliminare condotta da vari soggetti, risultano essere necessari nel mercato del lavoro dell’Ue. Si cerca anche di rendere più agevole la vita dei migranti africani in un altro paese del loro continente, in particolare tramite programmi di lotta alla xenophobia. Sempre connesso a tale punto è la prevista facilitazione per visti d’ingresso di carattere temporaneo cui devono poter beneficiare imprenditori, ricercatori e studenti.
  • Il terzo punto è incentrato sul rafforzamento della tutela, materiale e giuridica, per tutti i profughi. Tale obbiettivo, anche con la collaborazione dell’ONU, lo si intende perseguire tanto nei paesi di primo arrivo, di transito e di destinazione dei soggetti indicati.
  • Il quarto punto riguarda la lotta all’immigrazione irregolare e, in particolare, alla tratta. Si intende perseguire tale finalità cercando di rafforzare le reti di intelligence già esistenti e rafforzare la loro azione in tale direzione, questo anche fornendo formazione a poliziotti e magistrati che operano nel settore.
  • Il punto finale è diretto a rendere meno complicato il rientro dei migranti rimpatriati nell’ambito di programmi di riammissione, ciò cooperando con i paesi d’origine per creare un sistema identificativo semplice ed efficiente8.

La Commissione Ue, nel corso del vertice di La Valletta, ha annunciato la sua creazione di un Fondo Fiduciario per l’Africa diretto a fornire fondi per realizzare alcuni degli obbiettivi indicati . La sua dotazione economica è di 1,8 miliardi di Euro provenienti dal bilancio UE, da contributi degli Stati membri e di altri paesi donatori. I beneficiari sono i paesi e le regioni più fragili e maggiormente colpite dal fenomeno migratorio.

Quest’ultimi vengono indicati espressamente nel Sahel e nell’area del lago Ciad, nel Corno d’Africa e nell’Africa del Nord. All’interno delle citate regioni vengono menzionati espressamente alcuni paesi, va comunque ricordato che anche paesi non menzionati possono beneficiare del Fondo, ciò in base ad una valutazione fatta caso per caso.

Obbiettivo del Fondo è cercare di contribuire ad una migliore gestione della migrazione ed eliminare i trasferimenti forzati di persone. Ciò con il finanziamento di progetti diretti a creare lavoro, in particolare per giovani e donne, tramite micro e piccole imprese. Ma anche diretti a migliorare la qualità della vita la qualità della vita in quanto operativi in materia di sanità, istruzione e sicurezza alimentare.

Si intende anche agire sui flussi migratori in corso, finanziando progetti per favorire la mobilità, ma anche per rendere i rimpatri e le riammissioni dei migranti meno difficoltose, ma anche prevenire flussi futuri, ciò attivandosi sulla sicurezza delle frontiere e sulla prevenzione dei conflitti.

Il Fondo viene gestito da un Consiglio strategico, viene presieduto dalla Commissione Ue e vi sono rappresentati tutti i paesi membri dell’Unione e tutti i paesi donatori. Il Comitato esecutivo, in cui sono rappresentati i medesimi soggetti appena indicati, seleziona i progetti più appropriati. Ovviamente le autorità nazionali e locali dei paesi beneficiari saranno coinvolte nel processo decisionale che riguarda i loro territori9.

Autore: Armando Donninelli


*Informazioni sull’autore:

Armando Donninelli è laureato in giurisprudenza e sta conseguendo un dottorato all’Università Rovira i Virgili di Tarragona, in Spagna. Oggetto della sua tesi è l’azione della UE dinnanzi la crisi dell’immigrazione nel Mediterraneo e, più in generale, la sua area di interesse è costituita dalla politica estera della UE, in particolare nei confronti delle aree geografiche meno sviluppate.

*Le informazioni sono relative al presente anno di pubblicazione (2019) e potrebbero non essere aggiornate riguardo alle novità accademiche dell’autore.


FONTI

1. Massarenti, Joshua. (2015, 29 ottobre). UE-Africa: La Valletta, il summit della discordia. Consultato il 17 agosto 2019 da <www.vita.it/it/article/2015/10/29/ue-africala-valletta-il-summit-della-discordia/137166/>

2. Senato della Repubblica. (2015, giugno). Il summit di La Valletta. Consultato il 17 agosto 2019 da <https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/17/DOSSIER/0/934889/index.html?post=dossier_dossier1-sezione_sezione11-h1_h14>

3. Consiglio europeo. (2015, 11 novembre). Vertice di La Valletta sulla migrazione del 2015-informazioni generali sull’azione della UE. Consultato il 17 agosto 2019 <https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2015/11/11/valletta-summit-press-pack/>

4. Redattore sociale. (2015, 11 novembre). Dai rimpatri ai fondi europei: i cinque punti del vertice Ue-Africa. Consultato il 7 ottobre 2019 da <https://www.redattoresociale.it/article/notiziario/dai_rimpatri_ai_fondi_cooperazione_i_cinque_punti_del_vertice_ue-africa>

5. Borsa, Gianni. (2015, 12 novembre). UE:Africa: i modesti risultati del vertice della Valletta. Consultato il 7 ottobre 2019 da <agensir.it/europa/2015/11/12/ue-africa-i-modesti-risultati-del-vertice-della-valletta/>

6. Consiglio europeo. (2019, 27 maggio). Valletta summit on migration, 11-12/11/2015. Consultato il 18 agosto 2019 da <https://www.consilium.europa.eu/it/meeting/international-summit/2015/11/11-12/>

7. Working Group on Trafficking in Persons. (2015, 16 novembre). Political declaration. Valletta Summit. Consultato il 7 ottobre 2019 da <https://www.unodc.org/documents/treaties/organized_crime/2015_CTOC_COP_WG4/V1506009.pdf>

8. Valletta Summit on migration. (2015, 12 novembre). Valletta Summit, 11-12 novembre 2015 Action Plan. Consultato il 19 agosto 2019 da <https://www.icmpd.org/fileadmin/user_upload/JVAP.pdf>

9. Commissione europea. (2015, 12 novembre). Fondo fiduciario dell’Unione europea per l’Africa. Consultato il 19 agosto 2019 da <https://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-15-6056_it.htm>

Note:

1 Massarenti, Joshua. (2015, 29 ottobre). UE-Africa: La Valletta, il summit della discordia. Consultato il 4 luglio 2019 da <www.vita.it/it/article/2015/10/29/ue-africa-la-valletta-il-summit-della-discordia/137166/>

2 Senato della Repubblica. (2015, giugno). Il summit di La Valletta. Consultato il 5 luglio 2019 da <https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/17/DOSSIER/0/934889/index.html?part=dossier_dossier1-sezione_sezione11-h1_h14>

3 Consiglio europeo. (2015, 11 novembre). Vertice di La Valletta sulla migrazione del 2015-informazioni generali sull’azione dell’UE. Consultato il 5 luglio 2019 da<https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2015/11/11/valletta-summit-press-pack/>

4 Redattore sociale. (2015, 11 novembre). Dai rimpatri ai fondi cooperazione: i cinque punti del vertice Ue-Africa. Consultato il 6 luglio 2019 da <https://www.redattoresociale.it/article/notiziario/dai_rimpatri_ai_fondi_cooperazione_i_cinque_punti_del_vertice_ue-africa>

5 Borsa, Gianni. (2015, 12 novembre). UE:-Africa: i modesti risultati del vertice della Valletta. Consultato il 4 luglio 2019 da <https://www.agensir.it/europa/2015/11/12/ue-africa-i-modesti-risultati-del-vertice-della-valletta/>

6 Consiglio europeo. (2019, 27 maggio). Valletta Summit on migration, 11-12/11/2015. Consultato il 5 luglio 2019 da <https://www.consilium.europa.eu/it/meeting/international-summit/2015/11/11-12>

7 Working group on trafficking in persons. (2015, 16 novembre). Political declaration. Valletta summit. Consultato il 6 luglio 2019 da <https://www.undoc.org/documents/treaties/organized_crime/2015_CTOC_COP_WG4_2015_CRP1.pdf>

8 Valletta Summit on migration. (2015, 12 novembre). Valletta Summit, 11-12 novembre 2015 Action Plan. Consultato il 7 luglio 2019 da <https://www.icmpd.org/fileadmin/user_upload/JVAP.pdf>

9 Commissione europea. (2015, 12 novembre). Fondo fiduciario d’emergenza dell’Unione europea per l’Africa. Consultato il 7 luglio 2019 da <europa.eu/rapid/press-release-MEMO-15-6056_it.htm>