Cos’è la micropropagazione in botanica? Vediamo le caratteristiche fondamentali di quest’attività botanica.
In sintesi la micropropagazione consiste nella produzione di un nuovo individuo a partire da gemme, meristemi o singole cellule. Il materiale deve essere prima sterilizzato. La procedura è la seguente: si prosegue con un prelievo e sterilizzazione degli espianti con fungicidi, alcol etilico, acqua ossigenata, ipoclorito di sodio o calcio al 15‐30% per 15‐20 min. Tutto viene poi risciacquato con acqua distillata. Elimino porzioni danneggiate. Poi proseguo con la stabilizzazione della coltura in vitro su un determinato substrato. Segue la moltiplicazione , dove gli aggregati neoformati dal precendete passaggio vengono divisi e messi in vasi da 500ml di substrato. Questa operazione viene svolta ogni 15‐20 giorni. Nel nostro substrato troviamo citochinina CK (o carbone attivo), un ormone che favorisce la divisione cellulare dei meristemi ascellari. Segue poi la radicazione , trasferendo i germogli in un substrato di auxina IAA . L’ultimo passaggio, il più cruciale, consiste nell’ ambientamento e acclimatazione delle neo piantine, un’azione che viene fatta progressivamente, per abituare le piante al clima naturale. Questa è una delle tecniche più efficienti in quanto ci permette di ottenere anche da una semplice cellula, molti individui sani e non infetti. Tuttavia presenta degli svantaggi, partendo dai costi di produzione elevati, una richiesta di manodopera.