Diritto commerciale appunti

L’impresa familiare nel diritto commerciale (articolo 230 bis C.C.) è una figura residuale, ovvero è una fattispecie che si applica (nelle vicende produttive in cui sono coinvolti membri di una famiglia) solo se non ricorrono altri rapporti (contrattuali e non) tra i partecipanti all’attività, è quindi un fenomeno della realtà che si riscontra laddove i rapporti familiari non sono diversamente configurabili.

Se si individua un “leader”, bisogna decidere qual’è il rapporto che i familiari (che prestano continuativamente il proprio lavoro nell’impresa o nella famiglia) hanno rispetto a tale figura (rapporto di lavoro subordinato, rapporto societario, etc).

[…] il familiare che presta in modo continuativo la sua attività di lavoro nella famiglia o nell’impresa familiare […]

[…] si intende come familiare il coniuge, i parenti entro il terzo grado, gli affini entro il secondo; per l’impresa familiare quella cui collaborano il coniuge, i parenti entro il terzo grado, gli affini entro il secondo.

*Parentela: (art 74 C.C. e ss.) è il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite.

Linee di parentela: in linea retta (le persone di cui l’una discende dall’altra), in linea collaterale (quelle che, pur avendo uno stipite comune, non discendono l’una dall’altra).

Computo dei gradi: linea retta (grandi quante le generazioni, escluso lo stipite); linea collaterale (i gradi si computano dalle generazioni, salendo da una dei parenti fino allo stipite comune, escluso lo stipite).

*Affinità: è il vincolo tra un coniuge e i parenti dell’altro coniuge. Nella linea e nel grado in cui taluno è parente d’uno dei coniugi, egli è affini dell’altro coniuge.

Il presente articolo (230 bis) ha la finalità di tutelare prevalentemente la moglie e i figli che prestano la propria attività lavorativa per il marito o il padre, attribuendo ai familiari diritti sia di natura economico-patrimoniale, sia di natura amministrativa, in relazione all’impresa.