Come un fiore reciso catullo

Introduzione

In questo articolo sono raccolte alcune delle poesie, delle citazioni e dei frammenti più importanti di Archiloco, uno dei poeti più celebri dell’Antica Grecia, conosciuto anche per essere stato uno dei più operosi componimenti di giambi dell’epoca.

La vita di Archiloco

Archiloco nacque nell’attuale Grecia, in un’isola delle Cicladi, “Paro” (chiamata oggi “Paros”, in greco moderno “Πάρος”), isola famosa per i suoi pregiati marmi bianchi; la data di nascita del poeta è dibattuta, ma si ritiene possa essere nato intorno alla prima metà del VII secolo a.C. (si presume fra il 680 a.C. e il 645 a.C.) in quanto nelle sue stesse opere e nei frammenti giunti fino a noi, Archiloco parla di eventi e persone risalenti a quest’epoca, come ad esempio è il caso del re di Lidia Gige, che governò fra il 687 a.C. e il 652 a.C., ed è una datazione che sarebbe compatibile anche con l’eclissi totale di sole citata dal poeta in un frammento, che probabilmente fu l’eclissi totale del 648 a.C.

Archiloco appartiene a una famiglia nobile (il padre si pensa fosse un certo Telesicle, di origine aristocratica, mentre la madre potrebbe essere stata una schiava, chiamata secondo la tradizione “Enipò”, ma il cui nome reale fu in realtà molto probabilmente differente) e come tale doveva essere una persona di ceto elevato, e forse anche più facilmente legato alla guerra, che conobbe dal vivo e per cui è conosciuto in varie poesie: la sua famiglia infatti partecipò all’opera di colonizzazione dell’isola di Taso (oggi chiamata “Θάσος”), e lui stesso (forse come mercenario) potrebbe aver combattuto contro i Traci e contro gli abitati dell’isola di Nasso, dove si racconta abbia trovato la morte, ucciso da un certo “Calonda”.

Archiloco viaggiò molto nel corso della sua vita, e raggiunse altre isole Greche, come Lesbo, Scarpanto e Creta, ma anche altre zone come l’Eubea e il Ponto.

Le poesie greche di Archiloco

I frammenti più famosi di Archiloco sono “Elegia del naufragio”, “Lo scudo perduto”, “Apostrofe al cuore”, “Epodo di Colonia”.

Lo scudo perduto

«ἀσπίδι μὲν Σαΐων τις ἀγάλλεται, ἣν παρὰ θάμνωι,
ἔντος ἀμώμητον, κάλλιπον οὐκ ἐθέλων·
αὐτὸν δ’ ἐξεσάωσα. τί μοι μέλει ἀσπὶς ἐκείνη;
ἐρρέτω· ἐξαῦτις κτήσομαι οὐ κακίω.»

Si bea, uno dei Sai, del mio scudo, che fra i rovi
ho lasciato abbandonato, a malincuore; strumento impeccabile;
tuttavia ho salvato me stesso. Che importanza ha quello scudo?
Che vada allo sfascio! Presto ne acquisterò un’altro, non da meno!

Elegia del naufragio

«Κήδεα μὲν στονόεντα, Περίκλεες, οὔτε τις ἀστῶν
μεμφόμενος θαλίηις τέρψεται οὐδὲ πόλις·
τοίους γὰρ κατὰ κῦμα πολυφλοίσβοιο θαλάσσης
ἔκλυσεν· οἰδαλέους δ᾽ ἀμφ᾽ ὀδύνηισ᾽ ἔχομεν
πνεύμονας. ἀλλὰ θεοὶ γὰρ ἀνηκέστοισι κακοῖσιν,
ὦ φίλ᾽, ἐπὶ κρατερὴν τλημοσύνην ἔθεσαν
φάρμακον. ἄλλοτε τ᾽ ἄλλος ἔχει τάδε· νῦν μὲν ἐς ἡμέας
ἐτράπεθ᾽͵ αἱματόεν δ᾽ ἕλκος ἀναστένομεν͵
ἐξαῦτις δ᾽ ἑτέρους ἐπαμείψεται. ἀλλὰ τάχιστα
τλῆτε γυναικεῖον πένθος ἀπωσάμενοι.»

Puoi trovare la traduzione dell’Elegia del naufragio in questa pagina.

Apostrofe al cuore

«θυμέ, θύμ᾽ ἀμηχάνοισι κήδεσιν κυκώμενε,
ἄνα δέ, δυσμενέων δ᾽ ἀλέξευ προσβαλὼν ἐναντίον
στέρνον, ἐν δοκοῖσιν ἐχθρῶν πλησίον κατασταθείς
ἀσφαλέως· καὶ μήτε νικῶν ἀμφαδὴν ἀγάλλεο
μηδὲ νικηθεὶς ἐν οἴκωι καταπεσὼν ὀδύρεο.
ἀλλὰ χαρτοῖσίν τε χαῖρε καὶ κακοῖσιν ἀσχάλα
μὴ λίην· γίνωσκε δ᾽ οἷος ῥυσμὸς ἀνθρώπους ἔχει.»

Puoi trovare la traduzione di “Apostrofe al cuore” in questa pagina, mentre una traduzione più letterale è presente in questa pagina.

Epodo di Colonia

Puoi trovare il testo greco e la relativa traduzione in italiano in questa pagina.

Altri frammenti

(…) εἰμὶ δ᾽ ἐγὼ θεράπων μὲν Ἐνυαλίοιο ἄνακτος
καὶ Μουσέων ἐρατὸν δῶρον ἐπιστάμενος (…)

Io sono lo scudiero di Enialio il signore,
e conosco il dono soave delle muse.

*una traduzione più letterale prevederebbe l’uso di “servo” al posto di “scudiero”.

ὦ Ζεῦ͵ πάτερ Ζεῦ͵ σὸν μὲν οὐρανοῦ κράτος͵ σὺ δ΄ ἔργ΄ ἐπ΄ ἀνθρώπων ὁρᾶις λεωργὰ καὶ θεμιστά͵ σοὶ δὲ θηρίων ὕβρις τε καὶ δίκη μέλει

Oh Zeus, Zeus padre, tuo è il regno celeste, e tu osservi le avventure umane, i furbi come gli onesti, e tu sei colui che accudisce la disobbedienza, e la moralità degli animali.

Nota: traduzione libera, non letterale


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