La società romana nel II secolo a.C.
Roma in seguito alla conquista nel vicino oriente diventa una potenza che domina interamente il mediterraneo, mutando la propria condizione di “semplice” città che amministra i territori italici.
Così mantiene diversi compiti:
governare su una popolazione multietnica, amministrare un territorio molto più vasto, e governandolo, far fronte a una serie di tensioni sociali interne, conseguenze delle guerre.
Sostanzialmente possiamo raggruppare le conseguenze sociali in tre categorie:
1) Innovazione drastica: a causa delle guerre prolungate per molti anni, delle inflazioni e delle tasse sparisce la classe dei modi a piccoli proprietari terrieri furono costretti ad affrontare situazioni d’emergenza e combattere in un territorio vicino a Roma, come guerra stagionale. Queste guerre duravano un tempo limitato. Quando però Roma iniziò ad affrontare le guerre al di là del suo territorio le cose mutarono notevolmente; quando infatti si combatteva per lo stesso luogo per molti anni; e quando finiva la guerra e rientravano trovavano una situazione devastante. Inoltre scoprivano che non serviva più produrre grano perchè ne veniva importato molto dalla Sicilia e dalle altre province, inoltre vi era la concorrenza dei grandi proprietari terrieri e convertire la coltivazione in olio e vino comportava la necessità di avere grossi capitali e poter aspettare molto tempo per i prenderne i frutti.
Pertanto risultava poco produttivo coltivare la terra con altre colture ma a causa della carenza di capitale si sviluppava l’impossibilità di coltivare per i proprietari meno abbienti che di conseguenza vendevano la propria proprietà che di conseguenza da proprietari divenivano nullatenenti e chiedevano di essere assunti come braccianti.
Ma neanche così riuscirono a uscirne poichè vi era un’enorme quantità di schiavi, merce usata e denutrita, che abbassava la richiesta di braccianti e il salario.
Poichè vi è questa massa di disoccupati di loro ne approfittarono sia i politici che gli aristocratici che, attraverso le loro clientele manipolarono le masse.
2) Nasce la classe dei cavalieri
Erano uomini ricchi che potevano comprarsi l’armatura della cavalleria. Erano banchieri, mercanti, appaltatori, approvigionatori, speculatori: uomini non aristocratici, non politici ma un ceto ricco ed arricchito con le guerre (bottino,tributi), che rientrati in patria seppero portarsi dietro enormi capitali, che gli permisero di guadagnare ancora di più. Siccome lo stato non riusciva a far tutto dopo la conquista (acquedotti, tasse, ecc) li metteva in appalto. Venivano chiamati “pubblicani” e con loro si stabiliva un contratto fra stato e cittadino privato. Per fare ciò bisognava avere ingenti capitali. I personaggi più odiati erano gli esattori delle tasse.
3) I grandi proprietari terrieri. La lex claudia fu approvata nel 208 a. C. secondo la quale i senatori non poterono svolgere commercio marittimo ed erano quindi grandi proprietari terrieri. I senatori in questo periodo, dal punto di vista oggettivo erano i più agiati poichè erano in carica per la vita e potevano avere un potere politica enorme.
Diversi grandi proprietari terrieri prendevano in affitto l’ager publicus e successivamente ne consolidavano la proprietà.
Autrice dell’articolo: Antonella