- Titolo del libro: “La voce dei sommersi – Manoscritti ritrovati di membri del Sonderkommando di Auschwitz”
Carlo Saletti, Marsilio, 1999 - Numero di pagine: 296
Se persino Levi ne I sommersi e i salvati descrive la squadra addetta alla gestione dei forni crematori in termini di corruzione e privilegio, significa che questo libro era davvero necessario per riscattare la reputazione degli ebrei selezionati dai nazisti per partecipare allo sterminio di massa e obbligati a portarne l’enorme peso sulla coscienza.
Dal 1945 ai primi anni ottanta gli scavi nel terreno dei crematori di Auschwitz – Birkenau portarono alla luce appunti e resoconti annotati da membri del Sonderkommando durante la prigionia: un documento eccezionalmente prezioso sulla catastrofe reso dai suoi testimoni più diretti.
Immergersi nei manoscritti raccolti in questo volume permette di conoscere una prospettiva del tutto inedita nel racconto di un orrore assoluto: consapevoli del ruolo di cronisti della storia e proprio per questo condannati a essere eliminati, la loro resistenza all’inumano è un’impresa straordinaria e si compie anche attraverso la scrittura: il dolore, la solitudine, il terrore e gli stenti, ma anche la forza spirituale e l’orgoglio che gli ebrei nutrono per il proprio popolo.
Convinti di cancellare ogni traccia dei propri crimini facendo saltare i crematori, incenerendo i cadaveri e uccidendo quelli che avevano costretto a spingere i loro fratelli e sorelle nelle camere a gas, i nazisti rivelano la tremenda ingenuità del loro piano ed esaltano il valore delle parole che il Sonderkommando ci ha consegnato a costo della vita: ignorarlo significherebbe non rendere giustizia al loro sacrificio.
Autrice della recensione: Simona Calò