Mare sera poesia

Introduzione

In questa versione Cicerone ci parla di Marcello, che evita di decorare i templi degli dei che gli sono stati favorevoli con le spoglie portate via da altri templi depredati.

Testo originale in latino della versione

Et Marcellus, qui, si Syracusas cepisset, duo templa se Romae dedicaturum voverat, is id, quod erat aedificaturus, iis rebus ornare, quas ceperat, noluit; Verres, qui non Honori neque Virtuti, quem ad modum ille, sed Veneri e Cupidini vota deberet, is Minervae templum spoliare conatus est. Ille deos deorum spoliis ornari noluit, hic ornamenta Minervae virginis in meretriciam domum transtulit. Viginti et septem praeterea tabulas pulcherrime pictas ex eadem aede sustulit, in quibus erant imagines Siciliae regum ac tyrannorum, quae non solum pictorum artificio delectabant, sed etiam commemoratione hominum et cognitione formarum.

Traduzione in italiano della versione

Ma Marcello, che aveva fatto voto di consacrare a Roma due templi, se avesse occupato Siracusa, proprio lui, non volle ornare quello che stava per costruire con quegli oggetti, che aveva sottratto; Verre, che era tenuto a sciogliere i voti, non a onore e virtù, come alla maniera di Marcello, ma a Venere e a Cupido, tentò di depredare il tempio di Minerva.  Marcello non volle che gli dei fossero ornati con le spoglie degli (altri) dei; Verre trasferì i gioielli della vergine Minerva nella casa da meretrice. Inoltre nello stesso modo sottrasse assai abilmente ventisette quadri del regno di Sicilia e dei tiranni, che attraevano non solo per la perizia dei pittori, ma anche per la storia degli uomini e per la conoscenza delle sembianze.


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