Lesule romantico poesia

Analizzare in poche righe le opere di Mario Merz è impossibile, si può ricordare che le sue tematiche si sposano con la crescita di quella che verrà definita da Celant nel 1967 “Arte Povera”, ossia opere di grande spessore culturale, sociale, etico che esaltano il contrasto con i loro componenti, tendenzialmente oggetti e materiali poveri: vetro, fango, pietra, materiale organico, pelli, grasso, ai quali non di rado Merz aggiunge istallazioni al neon.
I suoi primi caratteristici igloo risalgono alla metà degli anni ’60 e divengono la sua forma di espressione principale: perchè Igloo? E’ la casa di popolazioni nomadi, abitabile, riparo costruito in armonia con tutte le cose essendo una espressione della serie dei numeri di Fibonacci, quella che ritroviamo in molte manifestazioni naturali come la forma delle conchiglie ed è caratterizzata dal rapporto tra le cifre simile a quello della sezione aurea, fin dall’antichità interpretato come canone di perfezione estetica di tutto il creato.
In un contesto in cui la forma d’arte è vista come azione di guerriglia al sistema, gli igloo sono una conquista di spazio asistematico, che si ricrea in ogni esposizione, un riparo, un fortino dove i concetti hanno luogo e permangono fino al momento di rimettersi in cammino per la prossima destinazione. Un approccio che vuole essere naturalistico, testimoniato anche dai materiali organici impiegati ma che non trascura le nuove tecnologie che fioriscono all’epoca. Così il messaggio di Merz è espresso con forza quando è sottolineato da scritte al neon celesti o come in questo caso rosse.
Le case girano Intorno a noi o noi giriamo Intorno alle case?” del 1994 ne è un esempio spiazzante: un fuoco di pietre rosse per la luce dei neon, sembra ardere al centro della struttura di vetro protettiva che lascia ammirare il suo interno vivo. Una struttura in pietra all’interno di quella in vetro, non di rado costruzioni di questo tipo ricorrono nelle sue opere come matrioske. Al di la della domanda filosofica interpretabile in una miriade di modi, è un dato di fatto che l’opera ha connotazioni mistiche, se ne avverte il calore, non a caso le sue istallazioni furono definite sciamaniche. La tematica dell’abitazione centrale in Merz, si rivela sempre più attuale, è forse il precursore di un ritorno ad una edilizia ecosostenibile di cui non siamo noi fruitori i soggetti, ma le abitazioni, non c’è l’uomo al centro dell’attenzione con i suoi bisogni ma la compatibilità degli edifici abitabili con l’armonia naturale.

– Scritto da Michele Maioli