La costola di Adamo
La prima creatura, l’amor che lo fece,
Riposa serena tra alberi e campi in fior
tra soavi e leggeri venti odorosi
e l’eterna primavera che mai tramonta.
Ma il buon dottore Tolse una costola
onde farne carne nuova, lì il tuo respiro al mondo.
Né duro lavoro che piega
né cibo che tormenta
nutriti protetti nel ventre
del giardin senza tempo!
Se fosser stati più puri
docili mai le bionde porte
sarebbe state per lor serrate.
Il mal frutto agogna, di
più del viver sereno,
oltre il divin divieto.
Vi fe’ malconci tristi
profughi dall’eterno
or conosci morte fame
sudore e polvere,
tu donna gridar nel dar vita
a nuova stirpe.
La macchia originale
dal dì prima d’ogni
sospiro sempre pungola.
Ramingo tra terre sterili
rimpiangi il primo asilo?
Ombre funeste
s’adombrano sul tuo sentiero
primo uomo menzoniero.
Deh non fu’ tutto mal quel che crebbe
la donna fu moglie compagna
sposa, madre di figlia in figlia
come semi sparsi rese bella
la culla ostile.
Nei sorrisi dei figli
risplendea l’antica dimora
e il padre celeste che
ognun in lui s’adorna.
Quanto amor, il pargolo
sì perde negli occhi generosi
di chi al petto lo stringe
ed ella nei suoi
oh amor che tutto vinci
che sormonti valli,
oceani,
che sani ferite
risusciti i cuori
non è un dolce dono
quel che dispensi?
L’antico attrito
tra voi e il paradiso
e dimentico!
Orsù risorgi perduta
gente ritorna
alla tua gloria
che un onda di
infinita purezza riempia
i nostri fiumi
la nostra mente
scaccia il fango che attorba
quella luce dorata tenue
ma robusta che sfida
ogni ragggio di stella
splenda ancor
quinci chiarissime
acque per immensi fiumi
e naufragar in un turbinio
d’estasi che l’alme consola.
Autore della poesia: Corrado Cioci