mura antiche

La canzone “La bella che guarda il mare” venne omaggiata da Fabrizio De André in un’interpretazione dal vivo; questa canzone è originaria della colonna sonora del film “Nell’anno del signore”.

Descrizione della canzone

La canzone parla di una “bella”, prigioniera, che osserva il mare, in attesa per l’arrivo del suo cavaliere. La bella, che la canzone ci dice essere addormentata, ha un nome che a pronunciarlo mette paura: “Libertà”. A questo punto si chiarisce che ad avere paura di lei sono in particolare i re, che governano a pieni poteri; al termine della canzone però la bella si sveglia, tornando a essere cosciente.

Il film “Nell’anno del signore”

“Nell’anno del Signore”, all’interno della cui colonna sonora è contenuta la canzone,  uscì nel 1969, e rappresenta il primo film della triologia “In nome del Papa Re”, uscito nel 1977 e “In nome del popolo sovrano” (uscito nel 1990). Il film venne scritto e diretto da Luigi Magni, che prese spunto per l’opera da un evento storico realmente accaduto all’interno dello Stato Pontificio.

Il film è ambientato nel 1825, durante il periodo del risorgimento, dove lo stato di polizia imposto dal papa fa da sfondo alla storia di “Cornacchia”, un calzolaio che scrive in segreto messaggi contro il governo, prendendo la voce di Pasquino, antica voce del popolo romano. Assieme a Cornacchia e della donna di cui è innamorato, Giuditta; il film parla inoltre delle vicende dei due carbonari Leonida Montanari (un dottore di cui è a sua volta innamorata Giuditta), e Angelo Targhini (un rivoluzionario forestiero), che dovranno giustiziare un traditore; puoi scoprire il resto della trama del film all’interno della pagina Wikipedia apposita.

Le tematiche del film

“Nell’anno del signore” ci permette di entrare nelle logiche della Roma pontificia nel periodo risorgimentale, permettendo di respirare parte dell’atmosfera e delle incongruenze all’interno della sua società. In maniera laterale, vengono trattate anche altre tematiche oltre all’anticlericalismo, al desiderio di libertà del popolo, alla democrazia, all’occupazione straniera, come l’amore e la vita durante la Roma del 1825, aprendo anche una finestra sulla realtà ebraica presente in quel dato periodo storico nella città.


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