Introduzione
Il mercato azionario è da sempre una delle scelte preferite da traders in tutto il mondo. Attualmente, si è registrato un interesse che è andato ben oltre i soliti titoli che cavalcano la scia del successo da anni, soprattutto grazie alla nascita di interessati startup.
Naturalmente, si tratta di investimenti potenzialmente proficui, ma allo stesso tempo rischiosi: è difficile sapere se, effettivamente, quell’azienda riuscirà ad ottenere una posizione stabile sui mercati.
Lo scopo dell’articolo è fornire una risposta al dubbio principale che attanaglia ogni trader prima di accedere al mercato borsistico: investire in startup conviene?
Investire in startup: come fare?
Prima di scendere nel dettaglio e capire quali sarebbero gli effettivi vantaggi legati dagli investimenti in startup, è altrettanto necessario capire come investire in startup.
Alcune delle soluzioni migliori riguardano l’utilizzo di equity crowdfunding, o dei titoli in borsa e la relativa compravendita (quando la startup risulti già quotata), o ancora il “crowdlending” e il “reward crowdfunding”, infine rimane anche quella dell’utilizzo di una piattaforma di trading CFD, con i relativi possibili rischi associati al trading, spesso elevati.
Il motivo di quest’ultima scelta è principalmente dovuto ad alcuni ristretti vantaggi che possono risultare eventualmente utili ad una ristretta cerchia di investitori, che vengono offerti da strumenti finanziati come i Contracts For Difference.
Inoltre, in alcuni casi si potrebbe avere una più diretta esposizione alle occasioni di mercato, potendo approfittare anche dei movimenti laterali: questo comporta una possibilità nell’investire al rialzo, ma anche al ribasso; si tratta di una possibilità accessibile prevalentemente dai soli strumenti derivati e che, come si può notare, ha avuto un certo impatto nel mondo della finanza.
Prima di tutto, fra i motivi che spingono alcuni investitori a considerare anche queste piattaforme, ci sarebbe la possibilità di speculare su un titolo senza acquistarlo. In questo modo, un trader estremamente preparato potrebbe sfruttare a proprio vantaggio la volatilità di un asset, ottenendo rendimenti dalle frequenti oscillazioni di prezzo dello stesso; attenzione però: i rischi dei contratti per differenza e delle operazioni di trading possono essere piuttosto elevati e potrebbero facilmente portare ad una perdita del capitale, e proprio per questo motivo, giustamente, è necessario seguire sempre le rispettive indicazioni previste dalla legge e utilizzare tutte le cautele del caso, possibilmente avvalendosi della consulenza di consulenti finanziari autorizzati, l’uso di intermediari autorizzati nel rispetto delle norme e le giuste richieste informative ai canali statali dedicati; l’investimento nel trading non sempre si rivela la mossa corretta, specialmente se non effettuato da professionisti della finanza, e anzi, spesso è apertamente sconsigliato.
Altre metodologie utilizzate per investire in startup riguardano direttamente l’acquisto di una parte della società, anche quando non quotate in borsa, mediante una relativa offerta ai possessori, spesso basata su metodi di valutazione finanziaria che vadano a osservare fattori molteplici, sino a trovare un prezzo di vendita ideale, che può dipendere da vari indici come l’indice di ROI, l’indice di Terminal value o l’indice di Post-money valuation (questo è il caso del “Venture Capital Method“).
Fra i metodi più impiegati in questo ambito risultano poi il “metodo Beruks”, il “metodo Scorecard”, il “cost-to-duplicate”: si tratta in ciascun caso di procedimenti che prevedono una valutazione finanziaria dell’azienda basata su fattori oggettivi, che insieme possono fornire un ottima panoramica per aiutare l’investitore a stimare il reale valore della startup nella quale desidera investire, operazione di grande complessità che se effettuata nel modo sbagliato potrebbe dirottare l’investimento verso una direzione sfavorevole.
Investire in startup conviene?
Investire in startup conviene solo se si studiano attentamente i titoli più promettenti di mercato. Allo stesso tempo, i profitti ottenuti saranno principalmente legati al tipo d’investimento che si vuole portare a termine.
Prima di tutto, si consiglia di prestare attenzione ad eventuali commissioni e costi a cui far fronte quando s’investe. In tal caso, entrano nuovamente in gioco come variabilità le piattaforme di trading CFD: gli importi previsti per le commissioni sulle singole operazioni da effettuare potrebbero essere di vario genere a seconda delle relative offerte degli operatori autorizzati; se le spese diventano elevate, è chiaro che si otterranno dei rendimenti minori.
Per investire in startup in maniera corretta, gli esperti consigliano come primo passo, di attuare una semplice ma efficace strategia di diversificazione: bisognerà selezionare 5/6 titoli, preferibilmente appartenenti a startup che occupano diversi settori, così da ridurre il rischio ed equilibrare il proprio wallet.
Generalmente, è consigliabile non puntare mai più del 3% del proprio capitale su una singola startup.
Investire in startup: migliori titoli del 2020
Dopo aver compreso l’effettiva possibilità di profitti dovuta ad investimenti in startup, ecco una menzione i settori più interessanti del 2020 da cui si potrebbe comprendere il trend di mercato relativo.
Tra i primi settori, è possibile citare quello della musica, ed in particolare il settore dell’ascolto di musica: alcune delle startup più importanti in ambito musicale sono studiate per essere piattaforme dedicate allo stream di musica e podcast in tutto il mondo, con previsioni rialziste ed un target price che potrebbe superare le aspettative: in particolare alcuni grandi nomi del mercato americano potrebbero rivelarsi un’ottima scelta visto il trend attuale.
Un altro settore che sta esplodendo a livello mondiale è quello del trasporto legato alla sharing economy, un settore tramite il quale diversificando in maniera ottimale i propri servizi, alcune startup hanno ancora ampi margini di crescita che si rivelano davvero allettanti per gli investitori.
Infine, si può introdurre uno dei settori più interessanti che appartengono alla sfera delle applicazioni web e per smartphone: quello della condivisone di immagini e video tramite bacheche virtuali: anche in questo caso esistono nomi noti che abbiano ottenuto un vasto successo in termini mondiali, destinati probabilmente a risultati ancora più interessanti.
Potrebbe essere di conseguenza interesssante tenere d’occhio questi trend di investimento, valutarli e cercarne altri eventualmente, possibilmente con l’ausilio di professionisti, così da non perdere alcuna occasione di ottenere profitti dal mercato e migliorare la propria formazione e le proprie possibilità di crescita.
Investire in startup: conclusioni
Investire in startup non può che essere un’idea interessante per far fruttare il proprio capitale. Ci sono stati casi di successi indiscutibili, come quello che, ad esempio, riguardano i giganti dei motori di ricerca o dei social media: veri e propri giganti in termini finanziari, nonché una fonte di interesse da sempre per numerosi traders.
Approfondimenti consigliati
- Prima di valutare un investimento per l’acquisto di una startup, potrebbe essere utile approfondire le tematiche relative agli investimenti pubblici e alle agevolazioni che potreste sfruttare una volta entrati nel mercato, ad esempio informandosi nel sito del ministero dello sviluppo economico.
- In caso si valuti l’operatività per mezzo di trading è necessaro considerare solamente le piattaforme autorizzate: per approfondire questo aspetto potrebbe essere d’aiuto la lettura del sito della CONSOB.
Quanto riportato in questo articolo non rappresenta il parere di un professionista del settore e rimane fruibile solo come breve panoramica, in qualità di schema riassuntivo dalla rapida visione: consigliamo di fare riferimento per informazioni certificate solo ai canali ufficiali statali, ed usare solamente la massima cautela muovendosi in questo ambito; gli investimenti finanziari rientranti nell’ambito del trading, possono comportare perdite rilevanti di capitale, e sono generalmente sconsigliati, in quanto investimenti ad alto rischio, nonché di elevata complessità.