poesia sul ruolo del poeta

“Il ruolo del poeta”

Non chieder pecunia,
non lesinar di porta in porta
cibo, o pagnotta.
Sei il freddo preme, la neve gela
mordi e soffri ma non lagnar la tua ventura.
Nulla chiedi, poeta solo un ceno un plauso
alla tua natura, per la tua fortuna!
Sei colui che irriga i cuori
risveglia le menti.
Allor solo uno il tuo ruolo: servire.
Esser la penna dello spirito
far da inchiostro alle tue rime
ricordar al mondo d’onde viene
dove va!
Il mio genio s’insinua nella natura
nella sua sostanza
io vedo quel che all’altro sfugge
amo ciò chi di lì fugge
come potrei rimaner muto
in un tramonto, al suon del
mar che muore, agognando il nuovo giorno?
Allor dico, non son da tutto disgiunto.
Poeti, noi siamo quelli che sussurrano
dolci verbi ognun come ei sente
ma sempre oro, che non arruginisce
alla pioggia.
Scriviamo ovunque in terra, su marmi,
su sulce, quel che sentiamo dentro.
Artigiani del verbo maestri del sentire
come piombo saran i versi
più caldi del sol
a scaldar le vite.
Sarem come le pietruzze
che scalciano nella notte di mezza
estate briciole eppur lascian
il segno.
Un dì sarò anch’io
a servir il mio popolo,
con le strofe dopo strofe?
Alto ingaggio m’assumo
ma mai, l’arte sarà a blandir
qualcuno.
Universo, e misterioso fato
che ancor non scorgo
l’alto lavoro e sempre in
officina, mai si placa
la mia fucina.
A chi mi nacque pria
che io fossi pensiero,
quel che verranno
quando sarò nel silenzioso
albergo,
fui di carne con vizio
umano.
Fui io il poeta che scrisse e visse!
Ma tutti un dì verremo a giudizio
Se vorranno nell azzurro cerchio
nominati chi più chi meno
per il nostro onore,
dovere, e volere.
Rimembrar dovete a voi che leggete!
Abbiam reso le giornate più liete?
In qualche inno vi siete persi?
Muti sono i ceppi che vi legano
grande il vostro passo nel mondo
oh padri eletti!
Timido busso alle vostre porte
mi immergo nel vostra gloria
Avete reso il sentiero più umano
guardate a me me io umile al vostro nome
cavalco due secoli un lo lascio
l’altro lo sprono
se m’accompagnate salirò sul vostro soglio
poesia sei il mio mondo,
sempre io giocondo
a far della carta il mio tornio
onde esser servo,
pastore di parole,
nel nuovo tempo.


Autore della poesia: Corrado Cioci


Commento alla poesia dell’autore: Terra madre di noi tutti ma l’uomo non ha rispetto per chi lo nutre e il pianeta si ammala un po’ per volta ….