“Il profumo della pioggia”
Di già è finito il fortunala, si rasserena l’aria umida e frizzante.
Libera un aroma dolce, acre la pioggia tra la terra bagnata tra i cespugli matidi d’acqua.
Un profumo di fiori, erbe di campo si mischia
e impregnano l’aere che fatica a ritrovar calore.
Cadono lente le gocce dai pini ricurvi, portando quel sentor di resina.
Le rose dal capolino carico lasciano
scorrerle come sudor ai piè del gambo.
Nei campi le balle di fieno da troppo tempo
alla furia del temporale son pregne di rugiada.
Al contadin le nari solleva quel sapor di paglia che ovunque si leva.
Pioggia sul mar commista alle onde,
triste quadro d ‘inverno quando dell’estate
il baglior più non preme.
Raffiche di vento le spazzano, disperde
quell’aroma di sale, che nei ricordi
il piacer riaccende.
La malinconia della pioggia d’autunno si sposa con il fuoco placa la cenere che arde
mentre il buon fattore cuoce le sue provviste per i duri mesi.
Nell’aia lo starnazzar delle oche confonde
il ticchettio del temporale sui tetti,
per le vie del borgo,
mi porta quel sapor di antico.
- Autore: Corrado Cioci
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