Campagne sarde

Titolo della poesia:

Ignoto militi

Al sonio dei cannoni,
bocche di piombo senza pietà cantori d’ una sola melodia,
e sotto un ciel plumbeo, spento, greve tra cavalli moribondi compagni d’arme, alla vita hai dato commiato.
Nella terra dello scellerato teatro l’attor bardato esce misero, affranto.
Soffoca lo spirito di cotanto orrore, iattura della terra e del perduto amore.
Giovani eran di speranze piene la vanga piega umilia le membra nere.
Perduti sogni e perduti baci vi avanzi il ricordo del cor intrepido
che mai arretrò avanti il nemico altero.
Figli della bella patria culla di Virgilio del fiorentino
In fuga’ del poeta triste, dei marmi, di tele antiche.
Perisce la migliore parte della madre Italia!
Ma un milite colà trovato senza nome né onde nacque
all’altri rende onore.
Povera Bergamas, povera donna che il figlio pete ai potenti
alla vita, alla storia. Nessun ode i suoi lamenti.
Un come il suo al petto stringe
come se il ventre materno il pargol rivole in seno
Coverti del tricolor a Cristo son pronti e redenti.
Le grondanti carni i singulti il dolore lasciatelo ai vivi per
voi si apre il giudizio del redentore.
Muto viaggio da eroe ignoto ovunque passi un fior
si posa sul feretro d’ ognun che il petto lacero rimembra
padre e frate.
Cadde or risorge all imperitura memoria
nel ventuno la fiaccola arde ricorda
la fatal sorte chi a ragione piega
ferro ed odio
Tutto tace le baionette riposino con quelli che al grido di guerra
Il natio solo resero immacolato dalla fame dell’invasore
T ‘accoglie Roma imperiale eterna e Santa
Riluce tra marmo e pianto il figlio nostro
Il nostro vigore a voi si deve!
e a te la gloria che nell’ ombra taci.


Autore: Corrado Cioci