Catullo carmi 2

Ibico nacque a Reggio, in quella che al tempo era la Magna Grecia.

Della sua famiglia sappiamo che questa era di rango nobiliare, tanto che allo stesso Ibico venne offerto il ruolo di tiranno della sua stessa città; Ibico tuttavia rifiutò questa carica e decise invece di recarsi alla corte di Policrate, presso Samo. Secondo quanto raccontato dall’enciclopedia bizantina “Suda” (scritta nel X secolo), il viaggio di Ibico avvenne durante il 554 a.C. – 561 a.C. (nello stesso periodo della cinquantaquattresima olimpiade; il periodo riportato nella Suda però è in contrasto con le cronologie riportate da Eusebio, che invece pone il viaggio di Ibico nel 535 a.C. – 532 a.C. durante la sessantunesima olimpiade.

L’opera di Ibico venne divisa dai grammatici alessandrini in sette libri.

Alcune poesie del poeta greco “Ibico”:

Durante la primavera, i meli cidoni,

inumiditi dai corsi dei fiumi,
(nel luogo dove si trova il giardino puro
delle Vergini) ed i fiori della vite,
che crescono sotto i tralci, riparati dal sole,
ricchi di boccioli, sbocciano. Per me l’amore*
in alcuna stagione si adagia:
ma come il tracio Borea,
ardente di saette,
spicca dal fianco di Cipride con arroventate
follie e fosco, coraggioso,
custodisce con forza, fermamente,
il mio cuore.

*Letteralmente: Eros

**

Ancora una volta sotto le palpebre scure,

Amore mi rivolge uno sguardo appassionato,

e con vari incantesimi mi scaglia

nelle reti intricate di Cipride.

Ho timore al suo passaggio,

similmente a un cavallo sottomesso, vincitore negli scontri,

inoltrato alla vecchiaia,

senza voglia, che si reca alla gara con un celere carro.

**

Eurilao, bocciolo dalle grazie turchesi,

premura amorevole delle ore, di bella capigliatura,

Cipride e Peito, dalle soffici ciglia,

ti crebbero in mezzo ai fiori di rosa.


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