Quadro simone 3

“Follia”

A foschi pensier il folle pensando,
tutto si  cruccia  al suo vero appellando.
Lontano dal giusto sentir  come nel mondo si vive , ma di lui vergognoso
figlio.
Si tormenta, ne bada a irriverente atto
se di lui si beffa o non si vede l’umano.
Ah guai  a voi buon pensatori che vi credete d’alto passo!
cosa è follia se non diverso segno.
del comune costume?
Inver è lui l’innominato che si nasconde
allo sguardo
non osa
parlar perché non lo credete savio?
Arte e minor sennò
non sono il comune pasto?
Non ei il cantor dei
mali di Gerusalemme
degli amori violati
degli eroi innamorati
contrario alla norma
che ammorba?
Sulla tela la sua anima
cantando il buon pittore
piangeva gli anni amari
e dalle serrate mura che
il corpo ammuta vedeva l ‘infinito e più lontani
spazi da quello.
L’estro volava oltre quelle pietre
che ogni ragion frantuma.
Ma ‘Io” il super” Io “che ogni
corpo alberga  non si secca
come rosa al gelo monta e cresce
non trova catena, libertà anela
seppur la carne il ferro seca.
Mania  infida e malvagia ti
insinui come nera serpe
nello spirito grigio fiaccato
che non vede speme.
Lissa alla prima vocata
frusta percuote sbrana
Il ben dell’intelletto
che già l’ira sale come mare
al suo tormento.
Allor la mente  si piega
alla sua piaga e più
uman non sembra
a chi è più mentitor, folle
e a Iddio non rende paga
di chi inver si ingeme,
nella nera tana.
Ma voi siete più assennati
di chi canta i vostri guai,
un guizzo v ‘è di barlume,
ma per esser men dall universo
guasti tacete e più non fate atto.
Fuggite fuggite dal mal infingardo
non ponete le mani in ceppo
fatti tutti  per esser uomini
e non per viver brutti.
Ma pur fior senza corolla
senza color è pur bello
in deserto.
Figli di un dio minor
dimentichi e reietti
turba senza nome
senza amore
ne calor del cor
per il vostro fio!
Semi diversi della comune pancia di madri d’amorosi baci.
Nel silenzio, vostro eterno compagno
meditate quel che detta il seno.
Il rumor il timor il disio
troncato dal malefico morbo.
Occhi bassi sogni innocenti
di  fanciulli ancor,
la purezza le membra rende
innocenti del vigliacco affanno.
E pur io che la poesia lodo
e bacio, al farneticar dò il mio
spazio!
Follia, sognar tutto è un diverso
coro dell’infinito abbaglio.


Autore della poesia: Corrado cioci