Tramonto sui colli bologna

“Fine dei tempi”

Odi? Uno scalpitio di cavalli focosi
l’aere fende e par che lei ne temesse.
Non son crociati,non son templari
ma cavalieri innominati!
Sul bianco destrier l’Arco stringendo
il vento delle conquiste reca seco,
sordo ad ogni pietà non conosce freno.
Il rosso a spada tratta con ares già
un patto segna che madre terra
piangerà la bella Gente della felice guerra
la spiga s’arresta, la zolla è nemica
gran fatica Riveder la luce
allor il nero rade il suolo
i bei fior triste ricordo
sterile il ventre onde
frutti all aere odorosi
rinfrancavan.
Ade già apre le sue porte
al verdastro nemico che ne riempie
le grotte di infausto raccolto.
La fine del tempo preme,
auanto ancor sarà duro il
Giudizio?
Saran di sangue le onde?
Di foco le sponde
d’amaro l’ultimo
passaggio?
Com son dure
le spine, i rovi
son i chiodi del
sacro legno
ora la nostra carme
aspetta il segno.
Chi fermerà l’infido
quartetto?
Al ciel si para il petto
aì lagna, si piega
l’uom Che teme
patimento.
Tutto perisce
sì taccion le stelle
la roccia torna polvere
il fiume si muta in sabbia
la materia si perde d ‘atomi
composta.
Noi un pugno di terra soffiata
al maestro renderemo il conto
se vorrà che il sigillo
s’apra o serrato resti
per render questo orto
degno per l’umano
nerbo.


Autore della poesia: Corrado Cioci

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