L’entità del capitale apportato dai soci permette di determinare il distinto potere di voto nelle assemblee, disporre della maggioranza dei voti (quindi del capitale apportato) assumendo il potere decisionale della società significa averne il controllo.
Non è sempre necessario che il capitale di controllo sia maggiore del 50%: spesso per controllare una società basta un capitale molto minore.
Perchè?
Le aziende di grandi dimensioni hanno una buona parte delle azioni disperse tra i vari azionisti, i quali non essendo sempre presenti alle assemblee a causa del loro moderato potere decisionale o di un certo disinteresse non esprimono voto.
Pertanto in molte società basta controllare una “fetta” minore delle azioni, come il 30% per poter controllare l’intera società.
Inoltre è possibile controllare una società anche in maniera indiretta: immaginiamo di possedere il capitale di controllo di una società A, che a sua volta possiede il capitale di controllo della società B, che ancora una volta possiede il capitale di controllo di un altra società C … questo significa che la società A controlla in maniera indiretta la società C.
Parliamo adesso di collegamento tra società.
Una società è definibile come collegata quando è possibile instaurare determinati rapporti commerciali o vincoli contrattuali che impediscono di fatto l’autonomia dell’azienda.
Il codice civile definisce collegate le società nelle quali un’altra società esercita un influenza particolare, che viene presupposta quando viene detenuto 1/5 dei voti, ossia 1/10 delle azioni nelle società quotate in borsa.