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Avete mai sentito questo motto? È diventato piuttosto famoso in ambito militare e cinematografico e di conseguenza sempre più popolare e conosciuto.

“De oppresso Liber”

(Liberatore degli oppressi)

Si tratta difatti del motto dei “Berretti Verdi” (i celebri “United States Army Special Forces”) (presente anche sul distintivo, che potete vedere qui) divenuti tanto famosi, non solamente per le gesta compiute, quasi sempre coperte da riservatezza, ma grazie a pellicole come (appunto) “Berretti Verdi” o ad altre pellicole sulla guerra in Vietnam o sui conflitti in altri luoghi del mondo.

In realtà se volessimo parlare di significato latino “De oppresso liber” significherebbe “dall'(essere) uomo oppresso, (all’essere) un uomo libero”. “Oppresso” è il participio passato di “opprimere”, nel caso ablativo dato da “de”; “Liber” invece è un nominativo”.

L’origine più antica del motto deriva forse da una frase di Sant’Agostino, “corripiendi sunt inquieti, (…) oppressi liberandi”, ovvero in italiano “i rissosi devono essere sistemati, (…) gli oppressi liberati”. Ma potrebbe derivare anche da una frase attribuita al profeta ebraico Isaia, che potremmo tradurre con “alleviare gli oppressi”.

Il motto si diffuse in particolare durante la seconda guerra mondiale, all’interno dei servizi dietro le linee nemiche in Francia; si racconta inoltre (ma non si è certi) che questo motto affondi le radici nella guerra d’indipendenza americana.


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