Cesare Pavese viene da sempre riconosciuto come uno dei personaggi più importanti della letteratura italiana del 1900, anche per il suo carattere, al tempo stesso oggetto di tormenti, ma sempre dotato di forte passione; un autore che riesce ad essere estremamente riflessivo con le sue opere ma anche estremamente permanente e infuocato, ribelle.
La famosa “Lettera” da riferirsi alla “rivoltella”, forse dovuta al tragico evento del suo compagno di classe che si tolse la vita proproo con una rivoltella (per approfondimenti consiglio la lettura della pagina apposita wikipedia, dove vengono riportate anche due righe della lettera), nella quale Pavese parla della sua nottata di capodanno trascorsa in compagnia della rivoltella.
Il componimento evoca solitudine, ma anche una certa distanza da ciò che sarebbe la vitalità, una sorta di piccola fuga e di desertificazione. Descrive il rumore di uno sparo a terra e si conclude con la macabra visione immaginaria dello sparo.
Eppure il lettore non creda che Pavese fosse solamente questo tipo di tematica, è comunque un autore profondamente innamorato della letteratura con un panorama di lettura immenso, basti pensare alle magnifiche citazioni reperibili online o anche solo alle sue opere per gettare un fascio di luce anche a un lato di Pavese meno ovvio ma presente.