Catullo carmi foto

Testo latino del carme 42 di Catullo

Adeste, hendecasyllabi, quot estis
omnes undique, quotquot estis omnes.
Iocum me putat esse moecha turpis
et negat mihi nostra reddituram
pugillaria, si pati potestis.
Persequamur eam, et reflagitemus.
Quae sit, quaeritis: illa, quam videtis
turpe incedere, mimice ac moleste
ridentem catuli ore Gallicani.
Circumsistite eam, et reflagitate:
‘Moecha putida, redde codicillos,
redde, putida moecha, codicillos”.
Non assis facis? O lutum, lupanar,
aut si perditius potest quid esse.
Sed non est tamen hoc satis putandum.
Quod si non aliud potest, ruborem
ferreo canis exprimamus ore.
Conclamate iterum altiore voce:
“Moecha putida. redde codicillos,
redde, putida moecha, codicillos”.
Sed nil proficimus, nihil movetur.
Mutanda est ratio modusque nobis,
si quid proficere amplius potestis:
“Pudica et proba, redde codicillos”.

Traduzione in italiano del carme 42 di Catullo

Accorrete, endecassilabi, quanti voi siete
da ogni dove tutti, tutti quanti, dovunque voi siate.
Una lurdia meretrice pensa che io sia il suo burattino,
e si rifiuta di riconsegnarmi i nostri versetti,
se solamente voi poteste digerirlo.
Andiamole dietro, non lasciamole respiro.
Chi sarà mai, vi chiederete?
Quella, che vedete camminare volgarmente,
che con quella boccaccia ride falsamente, e in maniera sgradevole,
simile a un cucciolo di cane della Gallia.
Assediatela, e non lasciatele respiro:
“lurida meretrice, ridammi i versetti,
ridammeli tutti, baldracca schifosa”.
Non te ne frega? O disonesta e gran baldracca,
la più viziosa che ci possa essere.
Ma credo che questo non sia ancora abbastanza.
Piuttosto, facciamola vergognare,
quel ferreo muso di cane.
Gridatelo insieme ancora più forte:
“Lurida meretrice, ridammi i versetti,
ridammeli tutti, baldracca schifosa!”.
Ma non si ottiene alcunché, niente la scalza.
Servirà cambiare atteggiamento e maniera,
se qualcosa ne vogliamo cavare fuori:
“Oh casta e meritevole, ridammi i versetti”.


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