Catullo carmi foto

Introduzione

In questa pagina puoi leggere la traduzione in italiano del carme 108 di Catullo assieme al testo latino originale, il commento e l’analisi.

Testo latino del carme 108 di Catullo

Si, Comini, populi arbitrio tua cana senectus
spurcata impuris moribus intereat,
non equidem dubito quin primum inimica bonorum
lingua exsecta avido sit data vulturio,
effossos oculos voret atro gutture corvus,
intestina canes,
cetera membra lupi.

Traduzione in italiano del carme 108 di Catullo

Se, Cominio, la tua bianca vecchiaia, per volontà del popolo,

finisse, infangata da schifose depravazioni,

non metto in dubbio che la tua lingua bugiarda,

mozzata, sia data a un rapace ingordo,

e che siano i tuoi occhi cavati,

perché nella sua gola nera

li divori un corvo;

ai cani vengano date le tue viscere,

quel che rimane ai lupi.

Commento e analisi del carme 108 di Catullo

Nel carme 108 Catullo si rivolge a Cominio. Per capire il carme bisogna sapere della vicenda di Gaio Cornelio, un tribuno amico di Catullo, che nel 66 era stato oggetto di accusa per “de maiestate”, ovvero per turbamento dell’ordine pubblico. A volgere l’accusa era Cominio, un tale cavaliere romano di spoletino, conservatore.

Gaio Cornelio pagò dei popolani che “spontaneamente” gridarono minacce di morte all’accusatore Cominio. Catullo venne a sapere della “spontaneità” della cosa ma rassicurò l’amico del suo silenzio, scrivendo il carme 102, dove rivela che sarà muto come una statua. L’anno successivo Cominio ripetè l’accusa ma stavolta Gaio Cornelio ricorse ai servizi di uno dei migliori avvocati dell’epoca (probabilmente Cicerone), che riuscì a difenderlo e far cadere tutte le accuse, di fatto assolvendolo. Catullo, arrabbiato probabilmente per la rinnovata accusa contro il suo amico, nel carme 108 qui tradotto si indigna contro Comino, augurandogli il linciaggio a cui era riuscito a sfuggire la prima volta che accusò Gaio Cornelio di de maiestate.


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