Introduzione
In questa pagina la traduzione in italiano del carme 107 di Catullo, con testo latino.
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Testo latino del carme 107 di Catullo
Si quicquam cupido optantique optigit umquam
insperanti, hoc est gratum animo proprie.
quare hoc est gratum nobis quoque carius auro
quod te restituis, Lesbia, mi cupido.
Restituis cupido atque insperanti, ipsa refers te
nobis. O lucem candidiore nota!
Quis me uno vivit felicior aut magis hac est
optandus vita dicere quis poterit?
Traduzione in italiano del carme 107
Se qualcosa accadde mai ad uno, che pur smanioso,
non se l’aspettava, questa è davvero gradita al cuore.
Per questo, anche a noi è gradito, più benvoluto dell’oro,
il tuo ritorno, Lesbia, da me desideroso.
Ti riconsegni ad uno smanioso, e privo di speranza, tu stessa riporti te
a noi. Oh luce di un segno più giusto!
Chi vive più felice di me, solo, o chi può nominare
una vita più augurabile di questa?
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Analisi e commento del carme 107
Nel carme 107 Catullo si dice felice per il ritorno inaspettato di Lesbia; finalmente dopo i numerosi carmi in cui Catullo si struggeva per l’infedeltà di Lesbia Catullo ritrova l’amore, che dopotutto non era mai scomparso: per farlo indica più volte la parola cupido e ripete il verbo “restituis”.
Il giorno è radioso, ma nell’animo del poeta ancora una volta si scontra l’anima razionale di Catullo e quella irrazionale (Catullo infatti con “nobis” si riferisce a sé stesso); come era d’altronde già successo nel carme 8.
Metro del carme 107: distici elegiaci