Albero al tramonto a Cagliari 1480x833 infonotizia

Il 18 Settembre di un anno fa si spegneva Agostino Bonalumi, artista quotatissimo che negli anni ’60 fu attivo nella rivoluzione professata dalla rivista “Azimut” di cui era anche collaboratore. Si intendeva procedere ad una nuova dimensione artistica azzerando le esperienze di ricerca precedenti a vantaggio di tele monocrome la cui natura si rivelava non con gli effetti cromatici della pittura, ma con estroflessioni del supporto, al fine di prolungarsi nello spazio oltre la bidimensionalità obbligata della tela.

Puoi vedere un’anteprima dell’opera su Dorotheum.

“Arancione” del 1968 è un esempio del processo di estensione del concetto artistico oltre il margine del classico supporto piatto. Affascinato dallo “Spazialismo” di Fontana, Bonalumi risolve la questione artistica in modo diverso: promuovendo un gusto estetico rivolto alla plasticità degli effetti ottenuti con il riflesso della luce sui volumi della tela estroflessa, gustandone le ombre create dalle ondulature e le modellate sporgenze ma, a differenza di altri compagni di viaggio come Castellani, che propone una visualizzazione schematica – geometrica di elementi ripetuti, Bonalumi non trascura la componente emotiva, spesso libera da preconcette strutturazioni dell’opera.
L’esperienza informale multi cromatica è quindi accantonata per lasciare il posto ad una non-figurazione che si proietta nel vuoto a testimoniare la ricerca di nuovi orizzonti, raggiungibili attraverso sintesi di volumi naturali, che l’artista sapientemente riproduce amplificati e rivitalizzati. Lo spazio si piega per rappresentare, con un nuovo linguaggio, le sensazioni evocate da ciò che ispira l’autore. Il risultato a distanza di tempo, è ancora apprezzabile, innovativo, sensuale, esaltato in questo caso dal colore arancio acceso.

Risaltano i dossi, la dolcezza delle curve, i contrasti delle ombre, lo stacco di una sfera, il sottinteso dell’altra, lo spazio aperto superiore quasi piatto, ininfluente rispetto alla magia che il tessuto crea flettendosi impalpabile, aderendo ai supporti rigidi mostrandone le fragili spigolosità e alle forme più morbide, rivelandone la generosa sensualità. La poetica di Bonalumi si è fatta spazio ispirando sentimenti, emozioni, calore fino a raggiungere un equilibrio con la fredda e razionale ricerca volumetrica.