Reposiano poesie

Introduzione

Reposiano è un poeta latino, risalente al secolo III o IV. Il suo stile è simile a quello del futuro barocco, i suoi temi principali sono l’amore e la natura. Nella sua opera principale, “De concubitu Martis et Veneris“. di cui riportiamo la traduzione dei versi dal 96 al 108, Reposiano parla dell’amore tra Marte e Venere.

Testo latino e traduzione in italiano versi (96 – 108)

Iverat ad lectum Mavors, et pondere duro

Marte, da poco coricato sul letto, e appesantendo con il suo peso

floribus incumbens totum turbarat honorem;

sui fiori, ne aveva sgualcita la frescura;

ibat pulchra Venus vix presso pollice cauta,

la bella Venere si accostava, cauta, in punta di piedi,

florea ne teneras violarent spicula plantas;

per non scalfire i teneri pieri con le spine dei fiori;

et nunc innectens, ne rumpant oscula, crinem,

e adesso, facendo la coda ai capelli, così che con i baci non si arruffino,

nunc vestes fluitare sinens, vix, laxa retentat,

adesso mollando le vesti, nell’aria, ne trattiene un ciglio, evitando di stare coperta,

cum nec tota latet nec totum nudat amorem.

evitando di denudare del tutto i suoi amori.

Ille inter flores, furtivo lumine, tectus,

Lui, tra i fiori, con occhi furtivi, meravigliato,

spectat hians Venerem totoque ardore tremescit.

trema di ardore e osserva Venere.

Incubuit lectis Paphie. Proh sancte Cupido,

La Pafia si corica nel letto. Santo Cupido,

quam blandas voces, quae tunc ibi murmura fundunt!

quali dolci voci, quali mormorii allora qui si accolgono!

Oscula permixtis quae tunc fixere labellis!

Quali baci sulle labbra si scambiarono!

Quam bene consertis haeserunt artibus artus!

Quanto bene, si intrecciarono attaccate, le une e le altre braccia!


Note alla traduzione

Pafia è uno dei nomi con cui era nota Afrodite, quindi Venere: nella città di Pafo infatti era dedicato alla dea un grande altare.


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