Uva poesia

Titolo della poesia:

“Uva e terra”

Sì impregna l’aere d’ottobre, di quel frizzante aroma del mosto che ribolle,
In tini fonte di lavoro antico d’amor per la terra.
Al calor di giugno si fa rubiconda l’uva sui grappoli,
e il sudor del vignaiol, si sposa col dono
della natura.
Bacco benedici questi campi, l’indomita
fatica da mane a sera le speranze!
Nel mio borgo un ode a questa grazia, che
riempie il cor d’orgoglio a chi tra polvere e sapere s’adoperò al bel filare.
Gli amori che sbocciavan tra quei poderi,
I timidi baci dei verginelli,
tra pampini e pregni tinelli,
son storie che appartengono alla campagna,
alla loro natura vetusta.
Vien la fanciulletta,
ritorna al tramonto alla dimora,
odorosa di mirto di uva
d’erba dal sentor d’autunno.
Lode al duro lavoro al domato bove
che con occhio basso la dura sterpaglia
ara al giogo dell’uomo
Cala il silenzio,
tra il vociare di uomini e donne,
ed è il vespro,
che come un sanguigno velo si stende
sui brulicanti campi.
Laggiù dal vecchio fienile spicca il volo
elegante la dolce allodola.
Col suo canto il ciel ingentilisce,
lei custode del grano,
nunzio tra cupola celeste e terra.
Bolle tracima l’acino frizzante
che darà vino saporoso
quando sarà scoppiettante e allegro
il camino in inverno.


Autore: Corrado Cioci