Poesia delledera

La donna uscì dalla costola dell’uomo,
non dai piedi per essere calpestata
nè dalla testa per essere superiore,
ma dal lato per essere uguale,
sotto il braccio per essere protetta 
e accanto al cuore per essere amata.
William Shakespeare
Sono le parole di una poesia del noto ed onirico poeta inglese,
ci lascia il tempo di pensare e di riflettere negli spazi rimasti nascosti
sia del nostro cuore, sia del nostro corpo per quanto riguarda la figura
della donna, di una donna più antica, quella dei tempi passati, oppure
dell’immagine che noi “conserviamo” oggi, in questo tempo moderno, veloce… rapido.
A questo proposito, senza cadere nella cruenta realtà di ciò che hanno definito “femminicidio”, in questo neologismo che, probabilmente, ne vuole nascondere un altro, mi è sopravvenuta alla mente un’operetta antica, un manoscritto medievale, datato intorno all’anno 1350 – 1420, in cui diversi lavori e studi filologici praticati sulla filigrana, usata come metodo di datazione, scoperta di localizzazione geografica, ci dona un termine post quem, possiamo quindi credere che l’opera, intitolata Via de lo Paraiso, dev’essere stata scritta dopo quella data.
La curiosa argomentazione del manoscritto, le “regole” comportamentali in esse racchiuse, sono scritte dall’anonimo autore per una donna, una donna assai peculiare per l’epoca, poiché ella è una signora di altoborgo, una donna sana, altra particolarità per il periodo medievale e, più di qualsiasi altra cosa, questa donna ricopre un ruolo importante nella famiglia, tra l’altro una famiglia di armatori. Particolare attenzione nel manoscritto viene offerta a lei, in una Genova del primo ‘400, in cui non era improbabile incontrare donne istruite, ma la caratteristica prettamente dominante per tutto il ms., è la sua libertà, Lei non era una schiava per quanto, a quel tempo, lo schiavismo di donne e bambini era pratica usata e possiamo anche azzardare di un intenso commercio del regno. L’anonimo poeta, anche se il livello poetico è molto scadente, offre questo scritto a Lei, come un dono “spirituale”, la Via de lo Paraiso altro non è che la preparazione terrena del viaggio verso l’aldilà.
Ed è curioso notare come il poeta, si impegni nel prepararla per questo cammino, in cui spiega come le siano necessarie sette cose ed il viaggio è tutto qui, condensato in queste poche righe, per il resto sarà Lei stessa ad affrontare le battaglia tra i vizi  contro le virtù, in un continuo sconfinamento della cornice ad una battaglia allegorica, più che, come possiamo immaginare, ad una battaglia con Dio.
L’equipaggiamento è una vera e propria armatura, temprata e forte, affronta la pericolosità, il rischio di “cadere” e di perdersi tra distorte vie, ma Lei, la nostra donna non incontra personaggi buoni o cattivi, ma è invitata dall’autore ad “abbigliarsi” per preparare se stessa, ad uno o più incontri che vogliano impedirle il “viaggio”.
La bellezza di questo anonimo manoscritto a dire la verità è tutta linguistica e filologica, ma preme, di questi tempi “moderni”, così lontani dai periodi bui, richiamare l’attenzione in modo gentile ed onesto su questa figura, su questa persona che è la Donna, dentro quel proprio modo unico e personale di agire, di pensare ed esprimersi.
L’autore del nostro manoscritto le dona un viaggio, una poesia ed infine anche la salvezza nell’aver compreso la chiave, come virtù per lo stare al mondo.
A buon intenditor poche parole.