poesia sul sogno

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“Sogno”

Relegati al confin del mar
che sfiora il regno della negata spe’,
nella caverna tramate quel che la notte
sussurra.
Oh, oneiroi fratelli come ben piegate
le vostri arti a far della mente mortal
falso teatro di inganno e sospiro.
Caduti nella quiete notturna nel sopor
che le membra cheta,
t’abbandoni al facil gioco, tra piume
e lana s’assapora il lento dormir.
Il carro d’Elios già s’è ritirato nella sua
spelonca, batte nel ciel trapunto di stelle
alla finestra dell’universo, madre sera il silenzio
ogni mormorio ritiene.
Amor, dolce amore, nel giorno donasti i perduti
baci il fanciullo ancor ne vuole cerca nel
sonno il desiderio di cotanto ardor.
S’appressa, si camuffa Morfeo tamburella
sulle chiuse palpebre infonde il ricordo.
Come venti ammansiti dai soavi soffi di zefiro
volano lontano gli amanti istessol fan
nella vera sfera, così nella seconda, giacciono ancor!
Il mieloso canto non dura molto,
l’altro fratello nuove il calcagno
preme, vuol diriger la marcia.
S’insinua, Icelo irato, graffia,
stride nel dolente petto pungola il cor
all’affanno tutto si contrae, le membra
tremano!
Ecco, ti reca il pavor!
Un assaggio di tormento arcano
bestie feroci, inumana forma
d’ogni animal che capir è assai aspro.
Fuggi cerchi il giorno,
finché ei comanda non su puote uscir
dal suo passo.
Si rasserena con Fantaso il più bello
che mena per sconfinate mete!
Montagne innevate, volar sugli oceani
combattere pugna qual mai terra vide.
Assaggiare il frutto degli dei
disquisir con filosofi, con santi.
Nuotare nel mare al fianco di sirene,
correre in rapida caccia con artemide.
Questo il bel dono,
ma la notte è breve.
Il buio che fu tanto molesto
come il sale lacera la ferita,
ti fe piegar a viso basso
al par di chi nella foresta si perde,
si spaura.

Apollo ha ripreso il suo trotto
la luce fende il viso,
Respiro l’aere del nuovo giorno.


Autore: Corrado Cioci