Pirandello è sicuramente il più complesso tra gli autori moderni, ma è magnifico.

Luigi Pirandello (Agrigento, 28 giugno 1867 – Roma, 10 dicembre 1936) è  siciliano,di tipo Verghiano, di cultura cosmopolita, di cultura internazionale, come spesso capita agli  isolani.

Ebbe una vita interessantissima: in breve nacque ad Agrigento da colta e ricca famiglia, va all’università e continua i suoi studi a Bonn. Si laurea con una tesi sul dialetto di Agrigento.

Si sposa giovane con Antonietta Portulano ricchissima. In seguito a una perdita economica dovuta all’allagamento di una miniera di zolfo su cui avevano investito tutto, Pirandello e la moglie dovettero affrontare il declassamento sociale.

Tutto ciò aggravò le condizioni della moglie che sviluppò una nevrosi sotto forma di gelosia verso il marito.

Pirandello si sentiva responsabile della perdita economica; il declassamento sociale caratterizzò la sua vita tanto da arrivare anche alle sue opere.

Pirandello rimane così costretto a lavorare e lavorerà infatti per il cinema.

Sei personaggi in cerca d’autore” fu accolto da proteste in Italia ma era senz’altro un opera modernissima che ebbe un grande successo all’estero. Per le sue capacità ricevette il premio nobel negli anni 30′.

Pirandello viene man mano riconosciuto come intellettuale internazionale e migliora le sue condizioni economiche.

Si iscrisse al partito fascista credendo potesse riportare l’ordine. Il fascismo tuttavia non amava Pirandello e si limitava ad usarlo (come con D’Annunzio).

Quello che anima il sentimento Pirandelliano è il vitalismo, sua forza inarrestabile che anima gli esseri viventi: la realtà è in continuo movimento e tutto ciò che compone la realtà non può essere fissato perchè la realtà è in costante mutamento; ognuno di noi la percepisce in modo diverso così che nessuno possa percepire gli altri nè sè stesso.

Cosa deve fare l’uomo dinanzi a questo? L’uomo deve indossare una serie di maschere, quella del buon padre di famiglia, della donna perbene, ecc.  Teniamo “fisse” queste maschere e ci identificano così come un documento.

La burocrazia è l’unica cosa che ci dice cosa siamo.

Il vitalismo è una conseguenza del decadentismo: dal romanticismo al decadentismo si arriva alla realtà inconoscibile.

L’esistenza della realtà umana è fatta di continui specchi e facciate.

Fermo restando che la realtà è questa, è possibile conoscerla?

No, infatti secondo Pirandello indossare maschere e fingere è la sola cosa che ci permette di interagire col mondo.

I suoi personaggi vivono la sensazione di perdersi e si cercano: è il caso di “Il fu Mattia Pascal“.

Pirandello denuncia l’assurdità dell’esistenza, la precarietà della vita.

Qual’è il meccanismo narrativo di Pirandello?

Il meccanismo narrativo Pirandelliano è definito nel suo saggio “L’umorismo” : si tratta dell’avvertimento del contrario.

L’avvertimento del contrario è il meccanismo che induce alla risata, ossia l’avvertimento di qualcosa che muta l’andamento tipico della realtà.

Nel suo saggio “L’umorismo” Pirandello ci dà un esempio:

« Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di qual orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d’abiti giovanili. Mi metto a ridere.

“Avverto” che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa espressione comica. Il comico è appunto un “avvertimento del contrario” »

Tuttavia non basta l’avvertimento del contrario, serve anche un altra cosa, il “Sentimento del contrario”: la riflessione, talvolta triste, sulla risata.

Tuttavia nessuno meglio di Pirandello ce lo può spiegare:

« Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia signora non prova forse piacere a pararsi così come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente, s’inganna che, parata così, nascondendo le rughe e le canizie, riesca a trattenere a sé l’amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l’umoristico »

Pirandello scrisse questo saggio proprio per darci una chiave di lettura delle sue storie.

Inoltre consiglio la lettura, per approfondimento, di questo testo e della biografia, nonchè del sito web dedicato a lui.

Un consiglio che penso possa essere utile è quello di scaricare delle mappe concettuali su Pirandello