Per i greci l’amicizia era di grandissima importanza e spesso se ne ha testimonianza nella letteratura anche se non tramite vere e proprie poesie greche dedicate all’amicizia.
Sicuramente un primo esempio di grande amicizia nella letteratura greca è quello di Achille e Patroclo, amici legati saldamente sino alla fine della propria vita.
Una testimonianza si ha in un precetto greco dell’eta arcaica:
Zeus mi permetta di ripagare gli amici che mi vogliono bene,
Cirno, e di prevalere sui miei nemici.
Avrei l’impressione di essere un dio in mezzo agli uomini,
se la morte mi cogliesse con i conti in ordine.
Euripide parla dell’amicizia nella sua opera “Medea”, di sotto citiamo un suo estratto:
Non la città, nè tantomeno uno degli amici
ti compatirà laddove subisci
la più straziante delle calamità.
Muoia poveramente chi ammette
di non rendere onore ai propri cari dopo averne dischiuso
il puro serrame del cuore: a me
mai sarà caro.
Questa “poesia greca sull’amicizia” proviene da un estratto del coro di “Medea”.
Un altra fonte greca dove leggere in proposito dell’amicizia è il Liside, scritto da Platone.
Aristotele invece riguardo all’amicizia si esprime nel seguente modo:
“Non c’è amicizia salda senza fiducia: e non c’è fiducia senza far passare un certo tempo.”
Avete in mente delle pesie greche sull’amicizia? Citatele nei comenti e aiutateci a completare questo elenco di poesie greche e citazioni greche sull’amicizia contribuendo voi stessi al recupero dei passi da inserire nella pagina.
Approfondimenti: https://it.wikipedia.org/wiki/Amicizia_(filosofia)
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Nel cosidetto periodo classico (tra il VI e il V secolo a.C.) il mondo greco nelle poleis e nelle colonie manifestava un originale interesse verso la natura e la società umana. Nasceva la filosofia, si studiavano la matematica e la fisica e veniva introdotto lo studio della storia.
La religione non era radicata con particolare profondità in Grecia (il tutto in relazione al tempo. Le rappresentazioni religiose erano molto meno articolate e ricche di quanto non avvenisse ad esempio in India dove i ceti sacerdotali erano molto più potenti.
L’atteggiamento dell’uomo greco ben rappresentato da Ulisse è inquieto e volitivo; il senso del nulla (nichilismo) è di casa e la letteratura sviluppa strutture nuove come la tragedia e la commedia e perfeziona, sotto una spinta assolutamente materialistica, la retorica.