poesia sul binario 21 di milano

Triste viaggio

Giovinetta del tempo andato
ventun lacrime il tuo viso han rigato.
Ancor troppo giovane per capir il mondo troppo acerba per perire oh tenerella!
A ventun anni tendeva la dolce età quando
tutto ride ed è gaio.
Ma al Canal di ferro del binario amaro
finivano i sogni, gli abbracci ,la gola si strozza come si intoppa il fluir del fiume
se sasso lo stronca.
Incerto viaggio, nel vagone nero
che sbuffa, stride, ferro a ferro.
Quanti pensier si perdevano in quel viaggio
che strappò da ogni tetto madri figli
padri e pargoletti, per un campo spoglio, freddo, straniero.
Austria, Polonia di lungi vi chiamano
al tristo appello del destino fatal.
Morte ingorda e senza patria,
attendi, speri la turba ignara?
La vanità dell’essere il fascino
del male hanno tessuto
catena a catena.
Povera gente umiliata
e unita, tutti in riga,
qual vigili soldati,
ma sparti, in fila
che parevan interminabili filari.
Tanti quanti più di due mani
non posson contare,
due volte il dieci,ed uno lo tira.
Allor la memoria corre ed è contrita
al viaggio d’onde s’eran parati.
Piangete? Quanti singulti?
Troppi che è affanno a narrare!
Scoppia il cor di dolore
soffoca l’amor che brillar non puote
Siate uomini e non pecore in sangue
che ancor la dignità vi scuote.
Or tutto tace, le grida
son nell’aere dissipate.
Non son ventuno gli anni
infranti, inver in tre volte
sì rigira.
I giovinetti han varcato
In carne e spirito i giorni del perduto
sorriso.
Son deboli le ossa
s’è incartapecorita la pelle
un tempo fina, grigie le chiome un dì sciolte
al vento, spento l’occhio da vecchiezza e verno.
Ah beltà svanita e mai fiorita!
Tu vecchio corso antico
sei ancor li, muto,
stanco d’esere stato
Il varco, per il passo,
ove morte era la sola amica .


Autore: Corrado Cioci


Commento alla poesia dell’autore

Ricordando il triste binario 21 a Milano
Ove gli ebrei venivano portati nei campi di sterminio.