Cosa significa “Partenone”?

L’origine del nome del Partenone non è definitivamente chiarita ma sono presenti molte ipotesi in merito.

Il nome del “Partenone” infatti sembra aver inizialmente designato solo una certa stanza del tempio, infatti solo dopo molto tempo pare abbia iniziato a indicare l’intera area del tempio di Atena.

Secondo un’altra teoria il “Partenone” era la stanza in cui quattro giovani ragazze selezionate, le “Arrephoroi”, tessevano il peplo (un abito femminile usato nell’Antica Grecia, solitamente di colore bianco) ogni anno, che veniva consegnato ad Athena in occasione del Panatenaico.

Secondo un’altra teoria invece il culto del Parthenos era un culto indipendente, sebbene strettamente associato all’Atena Polias, ma non poteva essere equiparato del tutto alla venerazione della dea.

La più antica tradizione tramanda il nome “Partenone”, quando già si riferiva anche all’intera struttura, proveniente da Demostene e dai suoi scritti del IV secolo avanti cristo.

Riassunto della storia del Partenone

La Grecia è la base della cultura occidentale nonché terra magnifica di miti, leggende e genialità artistiche; uno dei simboli più famosi della Grecia è senz’altro il Partenone.

Il Partenone fu fondato per iniziativa di Pericle, uno dei principali politici di Atene nel V secolo a.C.; la supervisione della costruzione venne affidata allo scultore Fidia (in un certo senso paragonabile a “un Michelangelo” dell’antichità), che ha supervisionato le opere scultoree e in parte le ha eseguite personalmente con la sua mano esperta.

Chi invece si occupò della progettazione e dell’architettura del tempio fu Ictino, che in seguito si occuperà anche della costruzione di altri favolosi templi della Grecia, incaricato da autorevoli cittadini stupiti e ben disposti dal magnifico lavoro già effettuato dall’architetto con il Partenone.

La costruzione del Partenone iniziò nel 447 a.C. e terminò nel 438 a.C. ma il lavoro sulla decorazione continuò ancora per qualche anno.

Nel complesso, il tempo di costruzione del tempio fu insolitamente breve per quei tempi, e probabilmente anche per i nostri.

Alcune registrazioni dei costi di costruzione e del materiale utilizzato sono state conservate e possono darci un’idea della complessità dell’opera: ad esempio potete pensare anche solo ai costi di trasporto del marmo pentelico sino ad Atene, capace di far ricche diverse persone come mercanti, falegnami, fabbri, scalpellini, doratori, plastificanti avorio, pittori, ricamatrici, tornitori, assistenti, capi, marinai, timonieri, carrettieri e allevatori di cavalli, produttori di cordami, pellettieri, costruttori di strade, costruttori di navi e minatori.

Il primo progetto per la costruzione di un tempio alla sommità di Atene, che sarà poi il successivo Partenone, fu affrontato subito dopo la battaglia di Maratona.

Le fondamenta del tempio furono scoperte tra il 1885 e il 1890 dall’archeologo greco Panagiotis Kavvadias, e archeologicamente esaminate da Wilhelm Dörpfeld, uno dei più noti archeologi tedeschi, vissuto fra il 1853 e il 1940, morto in Grecia a presso l’isola di Leucade.

Purtroppo nel 1687, il Partenone fu gravemente danneggiato quando i Veneziani assediarono Atene nel tentativo di riprenderne il controllo dagli ottomani: questi ultimi avevano fortificato l’Acropoli usando il Partenone come magazzino per la polvere da sparo.

Quando una palla di cannone veneziana, sparata da una batteria di cannoni sulla collina di Filopappo, colpì il magazzino il 26 settembre, il Partenone esplose e fu parzialmente distrutto.

La struttura interna fu decisamente danneggiata, le parti rimanenti della capriata crollarono, così come il fianco nord e sud.

Di conseguenza, anche gli antichi le antiche statue e i marmi pregiati, che avevano passato indenni così tanti secoli, si trovarono così completamente rovinati.

Numerosi frammenti furono in seguito presi dai viaggiatori come “ricordo” aumentando il degrado della zona nel corso dei secoli; dopo l’esplosione, l’edificio non fu più utilizzato per lungo tempo, fino a che non fu costruita una piccola moschea con una cupola da parte degli ottomani.

L’abside della chiesa paleocristiana fu demolita nel 1836, mentre la moschea nel 1842.