poesia sul calcio

Morte di un giocatore del pallone

Nel cuor della notte quando il sopir
è dolce, ei lasso alla vita, cedette al duro colpo.
Come è amaro l’inganno nell’ora del sonno quando era indifeso fu preda e offeso.
Il giovan il vigore non fu scudo,
che può restar il passo della morte, se lei
decide di recider il nostro gambo?
Mai più la gloria oh atleta sfortunato
né le mani al ciel per il trionfo!
Non potrai udir la voce del pargol,
né la tenerelle membra, baciarla ancor
non t’è dato se non nel ricordo;
nell’incerto sentier che mai si placa
e mena ognuno per il suo destin.
Del lacrima fate un voto,
ma è nell’umano gioco d’esser polvere
come in un giorno d’estate che rompe
il silenzio il rapido vento.
Ah mala sorte, impietosa dama,
come vendemmi ad ampie mani
nella vigna della vita,
Ed ogni grappol che tronchi
un altro ne nasce nell’eterna ruota,
nell’infinito sorger dei secoli.
Vai per il nero borgo,
d’onde niun fe ritorno ancor vivo
attoniti al tuo cospetto,
l’amor che lasci
e il sanguinante petto,
troncato negli anni
tuoi, nel fior del cammino
da tanta acerba fine
impreparato.
Addio agli allori
ai fasti al clamor
denudato,
umile,
più ci pungola
il capir che siano
uomini,
al suono e comando
del fato, capriccioso, infingardo.


Autore della poesia: Corrado cioci