Come un fiore reciso catullo

LO CHIAMAVANO GERONIMO

Katia Calandra, Aras, 2016, pagg. 246

Il romanzo parte con il ritorno di una giovane donna, Rosalba, da un viaggio in Inghilterra. Al suo arrivo alla terra natale diverse cose sono cambiate e lei, che è una persona curiosa, vuole conoscerle tutte. Particolare è l’interesse per le origini e per la storia di suo padre, uomo che ha vissuto tutta la sua vita nei campi, come i suoi avi, e che ha amato la terra, fino a riscuotere un particolare successo. Ne emerge un lungo dialogo tra un padre e sua figlia. La narrazione torna indietro fino al 1912 e racconta della vita nei campi in un periodo storico in cui l’Italia è sottomessa al gioco della mezzadria e in cui si dipende da un padrone a cui tutto è dovuto. Si susseguono mille e mille ingiustizie, lutti, opportunità mai colte e, invece, anche un lieto fine. C’è chi non si arrende mai e nonostante le avversità della vita riesce a ricavare uno spazio per sé e per la propria famiglia, in cui vivere finalmente sereni.

Zarina Zargar