Poesia verde giardino

“La sinfonia”

Quando decisi di incontrare mio marito di nuovo era già passato un mese da quando avevo scoperto che mi tradiva.

Oramai è passato un bel po’  di tempo da quei giorni infami e il dolore nato quel giorno non è più la musica di sottofondo alle mie giornate.

Adesso potrei parlare per ore di quello che è successo senza versare una singola lacrima, ma non credo valga più la pena farlo. Qualche volta, però, quel dolore mi prende alla sprovvista. Mi succede spesso dopo che ho provato un po’ di felicità o di spensieratezza, magari dopo una battuta che mi ha fatto ridere o dopo aver visto qualcosa che mi ha emozionato. Lui si presenta, lì, dopo essersi appostato magari per giorni, e sbuca fuori. E allora piango, mi giro e piango. Qualche volta mi è successo anche davanti ad altri. Alcuni ti guardano imbarazzati, altri però sembra che percepiscano il tuo dolore, anche se non conoscono i suoi dati anagrafici. Devo dire che qualche volta da quegli sguardi ho avuto sollievo.

Comunque sia, il dolore c’è! Un giorno sono sicura che sparirà.  Anche i dolori invecchiano prima o poi. Sono sicura che anche al mio gli prenderà la demenza senile, si dimenticarà di uscire dal suo nascondiglio e alla fine quando neanche lui si ricorderà più chi è o che cos’è, svanirà nel nulla.
Comunque adesso è solo un pò invecchiato ma aspetto con pazienza che tiri le cuoia.

Stavo dicendo, quindi, che era già passato un mese da quando feci quella scoperta e sentivo la necessità di vedere Roberto. C’erano molti pensieri confusi che giravano per la mia testa e speravo che una chiacchierata con lui mi aiutasse a fare un po di chiarezza. Avevo bisogno di capire quanto di mio marito era rimasto in quell’uomo. Se c’era ancora la persona che mi aveva baciata nel parco, che mi aveva tenuta la mano quando con fatica era nata Lisa, o che girava per la casa spegnendo le luci e sospirando rumorosamente. Se quella persona non esisteva più, se era morta, allora volevo saperlo. Volevo il suo corpo perché dovevo seppellirlo.

Non vi racconterò tutti i dettagli , vi dirò solo che la conversazione è partita in quarta con “Claudia, diciamocelo, il nostro matrimonio non stava andando bene già da un po” è passata per la strada “anche fare l’amore era diventata un’abitudine” ha imboccato con naturalezza la tangenziale per “credimi è meglio così” e quando stava oramai fuori città non vi nascondo che era già un pò che non la seguivo più.

Mi ero persa, avevo capito che non avrei avuto quello che cercavo, e mi ero persa nei pensieri.

Avete presente quando, poco prima di un concerto, i musicisti accordano e provano i loro strumenti, tutti insieme, tutti contemporaneamente? Alcuni fanno un pezzo, altri suonano altre cose, altri ancora fanno solo prove. Non è possibile seguire, non c’è un filo logico, è solo rumore. Ecco, la mia testa era come un orchestra in quel momento.

Poi accadde qualcosa che non mi sarei aspettata che succedesse così all’improvviso, ci fu il silenzio. Sembrava che il direttore di quell’orchestra avesse battuto la bacchetta sul leggio e avesse richiamato l’attenzione di tutti gli orchestrali. Era calato il silenzio, e poi, dolcemente, era iniziata la sinfonia. È quella sinfonia non era un groviglio di suoni e rumori ma aveva un filo logico, aveva un soggetto, un verbo e un complemento. Compresi che anche questa storia, la mia storia, aveva un soggetto, un verbo e un complemento. Si formò nella mia mente la frase compiuta. Ero così sorpresa da questa verità che non mi resi conto che sgusciò con leggerezza dalle mie labbra. Quando capì quello che stava succedendo ero già a metà.

“Roberto il punto è che tu sei stato mio marito per 20 anni e adesso sei un traditore”

Pensandoci bene,avrei voluto avere il tempo di decidere se renderlo partecipe o no di questa mia conclusione. Questa verità era per me preziosa perché mi aveva aiutato a trovare quella chiarezza di cui avevo bisogno e perciò avrei preferito spenderla nel modo più giusto, ma devo dire che alla fine non mi dispiace affatto per come è andata.

Comunque credo di averlo spiazzato davvero tanto perché smise di parlare immediatamente. L’avevo proprio preso alla sprovvista. Probabilmente si rese conto che era da un pò che non lo stavo ascoltando. Infatti non saprei dire nemmeno in quale punto di quale discorso l’avevo interrotto. E poi era difficile che esprimessi giudizi così forti su qualcuno o qualcosa in maniera così netta, lui questo lo sapeva. Quindi, credo che in quel momento, per la persona da cui erano venute fuori , quelle semplici parole suonarono come uno schiaffo.

Guardandolo cambiare espressione mi resi conto che nella sua testa stava succedendo qualcosa, esattamente quello che era successo nella mia. Sono sicura che avessi teso l’orecchio avrei potuto sentire il suono di una bacchetta che batte su un leggio e poi il silenzio.

“Questa sinfonia e anche la tua, siediti e gustatela fino in fondo” pensai.

Autore: Light SunSon