poesia su San Felice Circeo

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La Piaggia tra le rocce

Alla destra del bel lido l’eterno, monte dai pini coverto,
di lungi tra il tremolar della marina il porto
ove navigli tiravan l’ancora.
Temp’era del cancro nel sole,
giunto al suo primo mezzo
oltre, io vedevo i rocciosi appigli
la selva riarsa dalla calura d’estate.
Tra il baglior dei raggi scintillanti
come gemme intorno,
mi perdevo in quel loco,
che dal tempo era difeso.
Rapidi gabbiani sfioravano il pelo
dell’onde che già bramavan, di veder la riva.
Un uomo coi suoi pensier
li si rallegrava,
lodava la dolcezza del giorno,
lo Sfioravano i profumi del mare.
Li dove cielo e pelago trovano il confine
respirava la brezza gentile.
Era dunque re non v’era tempesta
che molestava il rifugio.
Scemavamo una ad una le ore del giorno,
scemavano come farfalle in primavera,
i soavi sentimenti che amor governa.
Tra quella sabbia riposa ll cor compunto,
da cotal piacere, l’animo non più si spaura,
al calar della notte, ed ogni piacer serra in
sua natura.


Autore della poesia: Corrado cioci