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La crisi dell’impero romano nei primi secoli del cristianesimo

Durante i primi secoli del cristianesimo si ebbe una crisi dell’impero romano, dovuta in parte all’eccessivo sviluppo delle citta, che con la propria concentrazione di persone elevata non riusciva a fare carico alle richieste di queste ultime rispetto alle vere capacità produttive. Altro aspetto da considerare per comprendere la crisi sociale che vi fu durante i primi secoli cristiani è la fuga in massa dei contadini dai campi, ritenuti sempre meno produttivi a causa del loro massiccio sfruttamento nel tempo. L’equilibrio delicato dell’impero riuscì ancora a restare indenne per via dei commerci interni, in particolare per le importazioni provenienti dall’Egitto che fornivano alla parte occidentale dell’impero un utile rifornimento. Tuttavia, questo commercio dovette venire meno durante il periodo compreso fra il II e III secolo, nel quale non sarebbe stato possibile sottrarre altre risorse dalle crescenti minacce generate dai popoli germanici del nord.

La crisi economica dell’impero romano durante i primi secoli del cristianesimo

All’interno dell’impero romano quindi si andò delineando un deficit eccessivo delle casse imperiali che andò cumulandosi di anno in anno, provocando poi una maggiore inflazione nel tentativo di ripagare quest’ultimo tramite la coniazione di nuovo denaro; altro dettaglio da non sottovalutare è il fatto che il metallo prezioso all’interno delle monete andò diminuendo col tempo (per via della penuria di quest’ultimo) e provocò un secondo aumento della svalutazione che contribuì alla crescita dei prezzi all’interno dell’impero.

Ma perché il metallo prezioso non era più disponibile come un tempo? Un indizio sarebbe il deficit della bilancia commerciale fra la parte orientale e la parte occidentale dell’impero: quest’ultima continuava a importare le merci dall’oriente acquistandole senza compensare con esportazioni di pari valore, pertanto con il passare del tempo perse le proprie ricchezze.

Gli effetti della crisi economica dell’impero romano durante i primi secoli del cristianesimo

La crisi si manifestò non solo con la svalutazione ma anche con problemi relativi alla salute dei cittadini (quindi epidemie, ad esempio la peste che fece la sua prima comparsa nel 166), con problemi di sostentamento (carestie) e infine con un grande aumento del brigantaggio e della pirateria nei mari. In tutto questo si sovrapposero disastrose guerre civili all’interno dei pretendenti al trono imperiale che posero in serio pericolo la compatezza dell’impero, che andò perdendosi tramite la seccessione e la divisione delle sue province.

Mentre l’impero mostrava segni di cedimento, con anche i popoli germani a premere al nord, per merito del grande impegno politico dei successivi imperatori e delle loro capacità riuscì a sopravvivere; tali imperatori cercarono di ridare unità all’impero e in particolare tra questi imperatori è doveroso citare Diocleziano, che il 20 novembre del 284 riuscì a raggiungere la vetta dell’impero.

L’intervento di Diocleziano durante la crisi dell’impero romano

Diocleziano, il cui nome completo era Gaio Aurelio Valerio Diocleziano, nacque presso Diocle il 22 dicembre 244 e morì a Spalato nel 313; Diocleziano resse le redini dell’impero dal 20 novembre 284 al primo maggio 305, cambiando il suo nome in “Cesare Gaio Aurelio Valerio Diocleziano Augusto Iovio”. Proveniva da umili origini; dopo aver fatto carriera nell’esercito romano venne acclamato dalle sue legioni imperatore dalle sue legioni, vinse la disputa per la successione al trono imperiale contro Marco Aurelio Carino (i due si scontrarono presso il fiume Margus, nel 285) e iniziò a governare l’impero.

Con l’intento di fermare lo svuotamento dei campi e di cristallizzare le entrate statali venne imposto a contadini di rimanere legati alla propria terra, non permettendogli quindi la possibilità di spostarsi; un provvedimento in parte analogo venne stabilito anche per chi si occupava dell’artigianato e del commercio. Importante è un decreto uscito in quel periodo dell’anno 301 nel quale furono fissati sia i prezzi che i salari.  Fu Diocleziano infine, a introdurre una riforma importante nell’amministrazione dell’impero, ponendo due augusti e due cesari per porre fine alle dispute di successione imperiali.

Diocleziano sarebbe stato il primo Augusto dell’impero, con un ruolo sempre più dal carattere sacro, da concepire come divinità vivente. In un contesto in cui l’impero andava unito Diocleziano ritenne una minaccia la religione cristiana in quanto monoteista, divisoria, pericolosa per l’arruolamento e la conseguente difesa dei confini imperiali. Fu così stabilito che dal 303 Diocleziano diede inizio alle persecuzioni nei confronti dei religiosi cristiani.


Autrice dell’articolo: Antonella

Bibliografia latina su Diocleziano

Fonti latine sulla crisi del II secolo d.C.


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